Libri: “ZeroZeroZero”, il viaggio di Saviano nell'abisso della cocaina

Roberto Saviano
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Sabato 6 Aprile 2013, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 19:08
ROMA - A sette anni dal successo di “Gomorra” Roberto Saviano torna con un libro di letteratura e verit, di storie terribili, questa volta sul narcotraffico di cocaina che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque. L'atteso “ZeroZeroZero” arriva in libreria per Feltrinelli. Dopo Gomorra mi sono detto: “devo uscire da questa ossessione malata di raccontare queste storie, di rotolarmi nelle fogne. Ma per me impossibile allontanarmi da questo. Il lettore voglio che ad ogni pagina dica: 'No, ma non possibile” e che vada a cercare se queste cose sono vere dice Saviano che a poche ore dall'uscita ha presentato il libro alla Feltrinelli di Via Appia a Roma e in diretta streaming.



Temi fissi. «Il problema vero - sottolinea - è che sono ossessionato dalle merci. E la merce se decidi di raccontarla ti rimanda a una serie di storie infinite. In questo caso a quella di una droga drammatica, performativa: sei connesso a tutti, non sei mai stanco, non hai limiti. È la merce sibillina che permette un turbo capitalismo senza precedenti». «In Italia - continua lo scrittore - abbiamo la cultura anti-mafiosa più forte del mondo e abbiamo organizzazioni potentissime. Queste storie le conosciamo poco. Roma è una città invasa dal riciclaggio del narcotraffico. Per anni si è fatto finta di non vederlo ma ora cambierà».



«Se avessi investito 1000 euro nel momento in cui Apple ha introdotto l'iPad dopo un anno ne avrei avuti 1.600 di euro. Con 1000 euro investiti in cocaina dopo un anno tornano 186.000 euro. Si capisce il perché della ferocia nell'eliminare i rivali di fronte ad un arricchimento così gigantesco. Sono 70 mila i morti in Messico dal 2006 a oggi» afferma lo scrittore. In “ZeroZerozero”, spiega Saviano, «parlo, e volevo ostinatamente farlo, di chi per raccontare è morto». Fra le storie a cui è più affezionato quella del reporter franco-spagnolo Christian Poveda, ucciso per aver fatto il documentario “La vida loca” sulle maras, le bande criminali in Salvador. «La vida loca - sottolinea Saviano - ha successo. Costringe il governo a dare risposte, accende le luci sul fenomeno. Christian viene ucciso, gli sparano alla testa, perchè i suoi spettatori sono pericolosi».



Ma perché fare tutto questo, si chiede Saviano? «Non mi so dare una risposta se non la sensazione che queste storie ti portano a una verità diversa, ti senti di appartenerti di più». Saviano racconta che quando ha scritto Gomorra pensava di «poter tornare indietro, ma non è così. Quando decidi di guardare l'abisso, l'abisso guarda dentro di te. Ho la testa settata sulle ombre. Guardi le contraddizioni di tutti. Ecco perché la salvezza e la speranza vengono dal lettore. È l'unica cosa che mi dà fiducia». Lo scrittore si ritrova totalmente nell'aforisma della poetessa bulgara Blaga Dimitrova riportato in apertura al libro: «nessuna paura che mi calpestino. Calpestata, l'erba diventa un sentiero». Mentre noi ci occupiamo «di problemi burocratici, mentre si cerca la quadratura del cerchio politico le organizzazioni criminali stringono alleanze. La Grecia è nelle loro mani, la Spagna è un paese invaso dalle organizzazioni criminali e il Portogallo è preso. Chi ha questo denaro sporco sta già infettando i prossimi 15 anni. Solo nel momento in cui non c'è più l'atteggiamento di chi pensa “tanto si ammazzano fra loro” ma la voglia di capire, c'è la possibilità di resistere», sottolinea.



Dedicato «a tutti i carabinieri» della scorta dello scrittore, “ZeroZeroZero” cattura il lettore dalle prime pagine facendolo entrare nella storia e facendo capire come il potere porti alla «filosofia dell'infelicità» in cui le «persone che ti tradiscono sono quelle più vicine a te». «La coca - scrive Saviano - la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l'ha presa per svegliarsi stamattina o l'autista al volante dell'autobus...». Tre le pagine dei ringraziamenti fra cui figurano anche l'amico Fabio Fazio, Salman Rushdie e Bono Vox.
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