“Per fortuna c'erano i pinoli”, perché dai disturbi alimentari si può uscire con un sorriso

Face & Book
di Carmine Castoro
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Mercoledì 19 Febbraio 2014, 13:37 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 16:52
L’anoressia, come la bulimia o altri disturbi alimentari, da tempo il vero stigma della nostra postmodernit, tutta consumi e liquefazione dei rapporti affettivi e simbolici. E non a caso, ad essere particolarmente mietuti da questo “male sociale” come potremmo tranquillamente definirlo, sono proprio gli adolescenti e le giovani generazioni. Troppo spesso lacerati fra l’accettazione di un corpo in evoluzione, fitto di debolezze e scoperte destabilizzanti, e i cliché di massa che urlano la bellezza, il potere di una linea perfetta, il trionfo di un narcisismo vacuo e pianificato.



Alla De Bac, giornalista esperta di tematiche sanitarie, il merito di aver affrontato questa delicata tematica con commozione e disincanto, facendo capire che da questo tunnel se ne può uscire con terapie adeguate e una famiglia solida alle spalle, recuperando quell’oasi di gioia e felicità che non è mai preclusa apriori a chi ha tutta la vita da vivere davanti a sé. E anche la sensibilità di aver portato a galla, seppur romanzate, le pagine di un vero diario di una ragazza che ha cercato di liberarsi dall’anoressia e da alcune problematiche psichiatriche con un difficile percorso di riappropriazione di sé.



La “vera” Manuela è, nel libro, Domitilla, 24 anni e una bellezza malinconica e sfuggente. Vive a Roma con la sua famiglia, ha pochi amici e frequenta raramente i giovani della sua età. Ma un giorno conosce Lucia, brillante avvocato quarantenne, e così proprio perché potrebbe essere sua madre, Domitilla, che sembra aver perso la speranza di provare gioia o felicità si apre a quella donna dai modi gentili e accoglienti. Malgrado la differenza d’età, tra le due nasce una curiosità reciproca.



Cominciano a parlare e a confidarsi proprio come due vecchie amiche. Domitilla è riservata ma bisognosa di affetto e in Lucia trova comprensione e premure materne. Piano piano le fa capire di avere una storia dolorosa nascosta dentro di sé. Le manca il coraggio di raccontargliela però, e così le consegna un vecchio diario. Lucia legge pagina dopo pagina il racconto dello strazio, della incapacità di uscire dal tunnel dell’anoressia della sua giovane amica e ne rimane turbata. Si è affezionata a Domitilla come fosse sua figlia e si sente ancora più coinvolta nella sua vita. Così cerca di saperne di più sulla sua famiglia e sulla misteriosa Villa Rosa affacciata sul lago di Locarno.



Margherita De Bac, romana, è giornalista del “Corriere della Sera”. Scrive di tematiche legate a sanità, medicina e bioetica sul quotidiano e i settimanali “Sette” e “Io Donna”. È autrice dei libri inchiesta Siamo solo noi e Noi, quelli delle malattie rare. Ha aperto un portale giornalistico dedicato alle malattie rare, www.lemalattierare.info. Questo è il suo primo romanzo.



Margherita De Bac “Per fortuna c’erano i pinoli” (Newton Compton, pagg. 256, euro 12)
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