Tolfa, adotta il cane che il vecchio proprietario voleva uccidere perché non sa cacciare

L'infermiera di Tolfa Dalila Maurelli ha adottato il cane che il padrone voleva morto perché non sapeva cacciare
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Giovedì 6 Febbraio 2020, 11:18
Le strade della solidarietà portano di nuovo a Tolfa, dove stavolta a dare un nuovo, edificante esempio di altruismo è Dalila Maurelli, una giovane infermiera della Cooperativa Osa che, alla soglia dei trent'anni, può vantare nel suo curriculum, insieme alle esperienze professionali, tante opere di bene. Oltre a curare con amore molti pazienti affetti da disabilità gravissima, Dalila si prende infatti abitualmente cura di cani, gatti e qualunque animale le capiti davanti. Una sera, mentre stava a cena, per caso le è capitato di leggere su un noto social network la triste storia di Leroy, un piccolo Breton espaniel abbandonato dal proprietario, nella provincia di Salerno, perché non aveva abbastanza fiuto per la caccia.
«All'inizio spiega Dalila sembrava una storia simile a tante altre che purtroppo si sentono in giro, ma più andavo avanti nella lettura e più il sangue mi ribolliva. Leroy non era stato semplicemente abbandonato. Il proprietario ha avuto l'impudenza di portarlo da un veterinario per farlo sopprimere con una iniezione letale. Al fermo rifiuto dello specialista, il tipo apparentemente se ne è andato senza battere ciglio, ma a fine turno il veterinario ha trovato la povera bestia legata ad un palo davanti all'ambulatorio, affamato e infreddolito. Così ha dovuto portarlo in un canile a Nocera Inferiore, in attesa che qualcuno potesse adottarlo. Mi sono detta che non potevo restare indifferente a tanta crudeltà». Così, dopo un appuntamento telefonico con il canile, tempo pochi giorni e la giovane infermiera non ha esitato oltre: armata di navigatore satellitare, ha marciato per più di 300 chilometri incontro al suo Leroy, che ora è un membro effettivo della famiglia Maurelli insieme a mamma Miriam, papà Filippo, la piccola meticcia Zola e quattro adorabili gattini.
«Appena i nostri sguardi si sono incrociati - sorride Dalila ho avuto la conferma di aver fatto la cosa giusta. Non sarà un bravo cane da caccia, ma è un ottimo amico e questa è la cosa importante. Non capisco come l'ex proprietario si sia potuto comportare in maniera simile. Per dare un taglio netto al passato, gli ho cambiato anche nome. Per tutti noi ora è Lello, meno altisonante magari, ma di sicuro più familiare. È bello vederlo giocare sereno e felice. A casa andiamo pazzi per lui. A partire da Zola, che in lui ha trovato quasi un fratellino, fino ai gattini di casa, che lo riempiono di fusa». A guardarlo bene, con i suoi pallini arancioni e la sua espressione simpatica, somiglia un po' alla Pimpa, il noto personaggio del fumettista Altan. Ma forse è proprio questo il segreto di tanto successo.
 
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