Dionisi, Unindustria: «Il territorio può crescere ma serve un Patto strategico»

Il porto di Civitavecchia e sullo sfonda la centrale Enel di Torre Valdaliga Nord
di Andrea Benedetti Michelangeli
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Lunedì 5 Ottobre 2020, 17:18
Cristiano Dionisi, 37 anni, dirigente della Sicoi, azienda che opera nel campo dei servizi integrati per l'industria, fino a pochi mesi fa, per 9 anni consecutivi, assessore alla Cultura del comune di Tolfa. Dal primo ottobre è presidente della sede di Civitavecchia di Unindustria. «Un ruolo che mi inorgoglisce - dice - e per il quale ringrazio il neo presidente dell'associazione Angelo Camilli e Stefano Cenci, mio predecessore e tra l'altro colui che ha avviato e fortemente creduto in questa sede, che hanno avuto fiducia in me».
Un incarico prestigioso e insieme impegnativo.
«Molto. Mi aspettano quattro anni di lavoro duro, ma anche pieni di prospettive. Sarà un quadriennio decisivo per Civitavecchia e il suo comprensorio».
Ha già in mente una strategia?
«Sì. La mia ambizione è quella di redigere un Patto per lo sviluppo dell'Etruria Meridionale e Litorale Nord del Lazio. Uno strumento che non c'è mai stato e che ritengo fondamentale per concretizzare le potenzialità di un territorio molto ricco. Dobbiamo guardare dove siamo, dove vogliamo arrivare e darci degli obiettivi da raggiungere per step».
Più facile a dirsi che a farsi.
«Sono molto fiducioso. Unindustria è un'associazione con le professionalità giuste per mettere a punto questo piano. Ne discuterò con gli associati, poi metteremo il documento a disposizione, discutendolo, con istituzioni e parti sociali. Dobbiamo creare una grande unità intorno ai traguardi che ci daremo, perché altrimenti centrarli diventerà impossibile».
Come pensa di strutturare questo piano?
«Va stilato un elenco dettagliato delle criticità e delle opportunità. Per quanto riguarda le criticità, sappiamo che questo territorio ha una forte carenza di infrastrutture e che c'è grande frammentazione politico-istituzionale. Ma ci sono anche tante opportunità. Dalla transizione energetica al rilancio dell'hub portuale; dalla digitalizzazione alle politiche della mobilità; senza dimenticare turismo sostenibile e cultura, settori finora poco trainanti ma che se ben veicolati possono dare molto».
Da dove comincerà?
«Come accennavo, l'obiettivo è redigere in tempi brevi il Patto strategico per l'Etruria Meridonale e poi creare un Osservatorio permanente per lo sviluppo. Unindustria metterà a disposizione le professionalità e si preoccuperà anche di avere un approccio culturale corretto con le problematiche del territorio. Penso a una serie di convegni, uno al mese, su idrogeno, infrastrutture, digitalizzazione e via dicendo. Tra l'altro, sulle infrastrutture Camilli ha già annunciato di voler dare vita a un coordinamento dei presidenti territoriali che sarà presieduto dal vice presidente dell'associazione Gianfranco Battisti, che è anche l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato».
Il porto dovrà essere il fulcro del piano di sviluppo?
«Non c'è dubbio. Finora, specie dal punto di vista commerciale, il porto non ha avuto un grande impatto nell'economia del Lazio. Basti pensare che a Roma si movimentano un milione e mezzo di container l'anno e che nello scalo ne passano meno di centomila. Va invertito il trend.
Molto dipenderà anche dalla guida dell'Autorità portuale.
«Certamente. Confidiamo infatti nella nomina di un presidente che sia immediatamente operativo e capace di sposare le esigenze di rilancio del porto».
Un altro tema di grande discussione è quello energetico.
«Vero. Io rifiuto gli slogan non nel mio giardino e non nel mio mandato. Penso invece che occorra valutare le opportunità in campo e avere anche lì una strategia che ci porti verso l'energia green. Fondamentale sarà mettersi nelle condizioni di essere pronti a ricevere i fondi che l'Unione Europea ha previsto nel Recovery Fund proprio per questo settore. E lo stesso discorso vale per infrastrutture e digitalizzazione. Dobbiamo rendere questo territorio appetibile e competitivo».
Dunque, un programma chiaro delle cose da fare.
«Vorrei dare il mio contributo per una nuova visione dello sviluppo. Servono alleanze forti sul territorio e obiettivi non solo immediati, ma anche di medio e lungo periodo. Penso soprattutto alla crescita del turismo sostenibile e della cultura. L'Etruria Meridionale è un comprensorio di grande pregio. Non sfruttarne l'attrattività sarebbe un delitto. Per questo insieme a industria, porto e logistica ci devono essere anche le mappe per turismo e cultura. Spero di presentare il Piano entro ottobre».
 
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