Sempre meno navi in porto: il crollo dei traffici preoccupa la Compagnia

Il porto di Civitavecchia avvolto dalla nebbia, ma è nebbia anche per i traffici, in forte calo nel 2019 (Foto Giobbi)
di Cristina Gazzellini
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Martedì 18 Febbraio 2020, 11:56
L'ALLARME
«Volevamo un porto green e lo abbiamo. Ma è verde solo perché non ci sono più le navi». Una battuta ironica e amara quella detta qualche giorno fa dal presidente della Compagnia portuale Enrico Luciani, ma che fotografa quella che è la realtà dello scalo negli ultimi mesi. E i primi dati sui traffici forniti dalle società che operano nello scalo lo dimostrano. In attesa che l'Autorità di sistema portuale pubblichi le statistiche del 2019, ferme al settembre scorso, i primi conti fatti dalle imprese sono tutt'altro che positivi. A cominciare dal carbone, sceso da 3 milioni e 470.690 tonnellate del 2018 a 1 milione e 802.754 tonnellate nel 2019 con conseguente dimezzamento del fatturato di Minosse (la società creata ad hoc per lo scarico del carbone) che ha incassato 630 mila euro contro il milione e 214 mila del 2018. Ma il segno meno contraddistingue anche se non con numeri così clamorosi il resto del comparto. La Traiana ha movimentato nell'anno da poco concluso 92 mila tonnellate di ferrocromo contro le 93.724 del 2018. Non è andata meglio anche per chi opera con le Autostrade del Mare, come nel caso della Cilp che ha movimentato nel 2019 38.688 auto contro le 40.331 del 2018, 63.726 gommati contri gli 85.267 dell'anno precedente. Analogo discorso anche per l'Automotive che è sceso da 29.340 a 14.916 per l'export e da 30.213 a 11.001 per l'import. In perdita nel 2019 rispetto al 2018 anche la società Interminal, così come le imprese che movimentano i container, settore per il quale Civitavecchia si conferma saldamente la Cenerentola d'Italia con numeri che il presidente della Cpc Luciani non esita a definire risibili e ridicoli. La Cilp ha infatti movimentato nel 2019 1.247 container contro i 1.584 del 2018 e il Cfft 7.847 contro 9.799. E se per quanto riguarda il Civitavecchia Fruit Forrest Terminal la certezza dell'accosto arrivata dopo la sentenza del Tart potrà contribuire per il 2020 ad un nuovo incremento dei traffici, il futuro, complice anche una situazione mondiale non semplice, non appare affatto roseo.
«Siamo molto preoccupati incalza il numero uno dei portuali anche perché le ben note vicende dell'ultimo mese e la crisi della Cina, potrebbero ripercuotersi anche sulle crociere e l'indotto. Manca una strategia ed una visione globale della portualità. Tanto più che gli altri porti non stanno a guardare e, come si è visto anche al recente Fruit Logistic di Berlino, insieme alle rispettive regioni e comuni cercano di portarci via anche i pochi traffici rimasti».
Per domani Luciani ha in programma un incontro col presidente dell'Adsp Francesco Maria di Majo, mentre giovedì sarà insieme al comitato per il ripristino della ferrovia per Orte dall'assessore regionale Mauro Alessandri. Proprio con Alessandri il presidente della Cpc ha già avuto un colloquio informale ieri pomeriggio. «La Regione ci ha assicurato massimo impegno per rilanciare lo scalo e avviare una campagna promozionale del nostro porto, ritenuto vitale per la Pisana. Abbiamo fatto una proposta e giovedì avremo delle risposte».
Cristina Gazzellini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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