Civitavecchia, per i bambini di nidi e materne la fase 2 è piena di incertezze

Civitavecchia, per i bambini di nidi e materne la fase 2 è piena di incertezze
di Vincenzo Sori
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Maggio 2020, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 12:33
Materne, nidi d'infanzia, spazi Be.Bi., ludoteche: oltre a primarie, medie e superiori, c'è un universo scolastico altrettanto importante, per natura e numeri, che si interroga sul futuro della Fase 2. Una platea, quella delle strutture educative rivolte alla fascia d'età 0-6, che a Civitavecchia raccoglie l'intera fenomenologia del servizio, dalla Materna comunale con sezione Primavera 24-36 mesi I bambini di Beslan, ai nidi comunali Il Giardino di Ginevra e Le Briccole, ulteriori 3 asili accreditati ai sensi del Dgr 903/2017 (Nido di Adamo, La Casa dei Folletti e Coccolandia), due dei quali convenzionati con il Pincio, una decina di strutture private autorizzate e, infine, tutte le sezioni Infanzia degli istituti comprensivi del territorio, che tra Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa e Allumiere accolgono un esercito di circa 1700 piccoli alunni. Numeri importanti per una realtà sulla quale pesano, forse più degli altri, le incognite del futuro.
LA FUNZIONE SOCIALE
«Certo che ci sono timori, ma ripartiremo più forti di prima così la dottoressa Rossella Antonelli, del nido e scuola d'infanzia paritaria Coccolandia . In questi giorni ci stiamo dedicando alla sanificazione dei locali e alla predisposizione dei presidi di igiene e sicurezza. Oltre ad avere spazi interni molto ampi, abbiamo un grande giardino, che nella prima fase della riapertura sarà molto importante. È chiaro che siamo preoccupate, ma anche ottimiste per il futuro. La gestione di queste strutture, che hanno una funzione capitale nella società, rappresenta la nostra unica ragione di vita». «Non siamo imprenditrici ma donne alle quali la pandemia ha interrotto un sogno scrivono in una lettera Laura Bocci, Barbara Persicone, Marzia Aguzzetti, Fabiana Struzzi e Francesca Vecchioni dei nidi Cocco&Drillo, Il Semaforo Blu e La Magica Giostra . Il nostro non è un lavoro, ma una missione. Cresciamo il nostro futuro, gettiamo le basi della società del domani e, contemporaneamente, permettiamo ai genitori di lavorare. La chiusura delle scuole è stata un atto dovuto ma adesso la riapertura è piena di incognite. Da marzo le nostre entrate si sono azzerate, mentre le spese hanno continuato a salire. Per noi, finora, gli aiuti sono stati solo parole e non basteranno a coprire i debiti che abbiamo accumulato. Ma non ci arrendiamo e crediamo che sarà possibile tornare alla normalità».
LE MISURE SANITARIE
Il problema della riapertura dei nidi è al tempo stesso sanitario, educativo e legato all'organizzazione generale della società. Il testo condiviso da Inail e Istituto superiore di Sanità la scorsa settimana prevede regole e principi, alcuni dei quali di difficile applicazione, come un rapporto tra personale educativo e minori di 1 a 5 per bambini 0-6 anni (generalmente il rapporto è 1 a 6-7), composizione stabile dei gruppi di bambini evitando intersezioni fra gruppi diversi, giochi a uso esclusivo di un determinato gruppo (salvo disinfezione prima dello scambio). Mentre la mascherina dovrà essere usata dai bambini sopra i 6 anni, si raccomanda di favorire le attività all'aperto, la realizzazione di una zona di accoglienza oltre la quale non sarà consentito l'accesso a genitori e accompagnatori, l'accesso alla struttura su turni che «eviti la presenza di assembramenti di genitori e accompagnatori all'esterno della struttura stessa», pulizia giornaliera e disinfezione periodica degli ambienti con particolare attenzione alle superfici toccate più frequentemente, adeguato e frequente ricambio dell'aria in tutti gli ambienti. Infine, la rilevazione quotidiana della temperatura corporea per tutti gli operatori, bambini, genitori e accompagnatori. Insomma, una serie di misure molto difficili da attuare. L'educazione nella fascia 0-3, e anche di fasce più adulte, non può prescindere dal contatto fisico. Sono principi pedagogici a stabilirlo. È possibile dunque immaginare nidi nei quali non ci si possa toccare, oppure dove si debba stare attenti a non abbracciarsi e accarezzarsi? Una domanda alla quale non può che darsi una risposta negativa.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA