La Carnival cancella tutto, il porto di Civitavecchia rischia di affondare

La Carnival cancella tutto, il porto di Civitavecchia rischia di affondare
di Cristina Gazzellini
2 Minuti di Lettura
Sabato 4 Aprile 2020, 11:30
Quello che doveva essere un anno record per la crociere a Civitavecchia, rischia di essere l'anno della Caporetto. L'effetto domino del Coronavirus che ha fatto già perdere al 31 marzo oltre 1 milione e 800 mila croceristi a tutta l'Italia per un totale di meno 659 toccate navi, rischia di mettere in ginocchio lo scalo locale che negli ultimi anni ha puntato tutto sul settore turistico e passeggeri. In base ai calcoli fatti a livello nazionale dall'agenzia genovese Cemar, «l'Italia delle crociere finora ha perso 659 toccate di navi da crociera, per un totale di 1,848 milioni di passeggeri attesi. E la situazione è in rapido aggiornamento, è infatti probabile che altre cancellazioni si aggiungano presto all'elenco». Ad oggi le cancellazioni si spingono fino al mese di giugno, ma c'è già chi, come Carnival Cruise Lines, brand del gruppo Carnival Corporation destinato a un target di clientela americano, ha già reso noto alle agenzie di viaggio, ai porti e alle agenzie marittime la cancellazione di tutte le crociere in Italia fino al prossimo 30 ottobre, vale a dire per tutta la stagione 2020. A farne le spese i porti di Livorno, Civitavecchia, Napoli, Venezia, Palermo e Messina. «Su Civitavecchia da aprile a ottobre spiega Barbara Carabetti, titolare della locale agenzia della Cemar e agente del gruppo Carnival Carnival aveva 15 accosti. Noi lavoriamo con tutte compagnie americane e siamo assolutamente fermi, con un fatturato di fatto pari a zero e i nostri 10 dipendenti in cassa integrazione. Una situazione insostenibile e drammatica conclude per la quale serve urgentemente un intervento forte da parte dell'Autorità portuale e del Governo».
In attesa che Autorità di sistema portuale e Roma Cruise Terminal forniscano i dati ufficiali delle perdite causate dall'emergenza Covid 19 nel porto di Civitavecchia, a porre l'attenzione sulla situazione drammatica che stanno vivendo gli operatori dello scalo è anche Oreste Spadoni, titolare del'Asc, agenzia spedizioni Civitavecchia ed agente della Royal Caribbean. «Civitavecchia più di altri scali che non vivono solo o comunque principalmente di passeggeri come noi afferma Spadoni risentirà dello stop alle crociere, quindi serve un intervento mirato solo sul nostro scalo. Un intervento ad hoc del Mit come esortato nei giorni scorsi dal vice sindaco Massimiliano Grasso e che, come operatori dello scalo, speravamo fosse ripreso anche dall'Adsp. Per fortuna lavoro anche con Grimaldi che può far circolare le merci, quindi il mio fatturato si è dimezzato rispetto allo scorso anno. Ma c'è chi sta molto peggio. E il rischio che il mercato croceristico non riparta per tutto il 2020, decretando la morte dello scalo, è concreto. Quindi servono provvedimenti e urgenti».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA