I detenuti civitavecchiesi si erano già distinti, rispetto a molte altre carceri italiane dove ci sono stati tentativi di rivolta, con una lettera in cui invitavano tutti i reclusi degli altri istituti italiani a desistere da queste azioni, sottolineando la gravità della situazione legata al Coronavirus e quindi di comprendere l'impossibilità dei colloqui coi parenti. Ora arriva quest'altro bel gesto dei reclusi del penitenziario di borgata Aurelia, «tutti di nazionalità differenti e tanti - spiega ancora la direttrice Bravetti - con limitate disponibilità economiche, uniti per lanciare il messaggio, di forte impatto emotivo, che la solidarietà arriva anche dagli angoli più bui di un'Italia martoriata, ma ancora viva. Un piccolo gesto ma di grande valore da parte di uomini che, nella loro solitudine e nonostante stiano pagando il loro debito con la giustizia, hanno potuto così sentirsi parte di quello spirito comune che si spera un giorno possa farci scoprire migliori».
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