Civitavecchia: svaligiata casa dell'avvocato Guerri, 70mila euro il bottino

Sul caso indagano i carabinieri
di Stefano Pettinari
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Martedì 27 Ottobre 2020, 12:00

Colpo da 70mila euro ai danni del noto avvocato del foro locale Anna Maria Guerri. La legale è stata vittima di un furto nella sua abitazione, in via Braccianese Claudia, giovedì scorso.

«Sicuramente erano professionisti racconta la stessa Guerri perché hanno agito con precisione e probabilmente andando anche a colpo sicuro. A parte una breve visita in sala, infatti, hanno mirato immediatamente alla cassaforte dietro il quadro in camera da letto». Quindi erano a conoscenza che ci fosse quella cassetta di sicurezza? «Non credo precisa gli inquirenti mi hanno detto che è un classico, che uno dei primi posti dove vanno a cercare è dietro i quadri. Io peraltro non ne ho molti in casa, per cui sono andati subito a quello appeso in camera mia».


All'interno c'erano gioielli e orologi di valore, oltre a circa 10mila euro in contanti. Il tutto per un bottino di quasi 70mila euro. «Il guaio è che solitamente non tengo tutti quei preziosi e denaro contante in casa aggiunge l'avvocato li tengo in cassette di sicurezza. Infatti non erano neanche assicurati. Solo che con il lockdown di questa primavera, li avevo lasciati in casa per evitare di recarmi in banca. Poi, anche per pigrizia, non li ho più portati e sono rimasti in quella piccola cassaforte».


Sul fatto che possa trattarsi di una banda di professionisti, sembrano avere pochi dubbi anche i carabinieri, che stanno conducendo le indagini.

Durante il sopralluogo, infatti, hanno visto che è stata divelta quasi completamente la porta blindata. I malviventi hanno agito sulla parte bassa della porta, poi, una volta riusciti a estrarre la barra che entra nel pavimento, hanno distrutto il blocco e sono entrati. La banda, secondo la testimonianza di una vicina dell'avvocato Guerri che li avrebbe visti uscire, era formata da tre persone. Tutti erano vestiti da operai, con giubbotti da lavoro e pantaloni dello stesso tipo. Sembra che avessero un accento straniero, forse riconducibile a qualche paese dell'est europeo. Ma gli investigatori pare abbiano in mano anche qualche altro elemento, come per esempio immagini di telecamere di video-sorveglianza presenti nella zona.

«Per pochi minuti non li ho trovati in casa conclude la professionista . Di solito io rientro in casa tra le 20 e le 20,30. Quel giorno invece sono rientrata intorno alle 19, perché avrei dovuto partecipare a un convegno che invece era stato annullato all'ultimo momento. Da quello che mi ha detto una vicina, i tre erano da poco scesi dalle scale. Per questo ho il sospetto che mi tenessero d'occhio già da un po', perché evidentemente sapevano che a quell'ora non mi avrebbero trovato in casa».
 

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