Civitavecchia, la pescicoltura si sposta in mare aperto: gli ambientaliati protestano
con un girotondo

Il girotondo di protesta contro la realizzazione dell'impianto di pescicoltura off-shore
di Alessio Vallerga
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Martedì 10 Dicembre 2019, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 13:24
La pescicoltura si sposta dalla terraferma al mare aperto ma è stato organizzato un “girotondo” per dire no al trasferimento. Le persone si solo legate, tenendosi per mano, disegnando un cerchio da 30 metri di diametro e, sfruttando la vista aerea del drone dicono "abbiamo cercato di capire quanto fosse grande una vasca di pescicoltura da 30 m. Ci siamo riuniti tenendoci per mano e ci siamo fermati guardandoci negli occhi. L’abbiamo vista e abbiamo capito che questa cosa non la vogliamo. Non ne vogliamo nemmeno una di queste vasche. Salviamo il nostro mare, no all’impianto di allevamento ittico off-shore, no all’ennesimo oltraggio ambientale. Salviamo il nostro fratello mare, salviamo La Frasca, il nostro monumento naturale. Insieme. La contrarietà sta nel fatto che l’impianto ha dimensioni faraoniche".
Dalla Via richiesta dalla Società Agricola Civita Ittica s.r.l. (che gestisce l’impianto per conto di Enel) si evince che quello attualmente situato nell’area della centrale di Torre Valdaliga Nord verrà chiuso per diventare un sito di uffici e incassettamento mentre le vasche sommerse saranno piazzate nella fascia costiera ricompresa tra Punta Sant’Agostino e Punta della Mattonara, ad una distanza minima di circa 1,2 km dalla costa. "L’entrata a regime è prevista in 24 mesi e per la manutenzione dell’impianto off-shore a sovrintendere le operazioni “di manutenzione come la sostituzione delle reti, la verifica dello stato sanitario dei pesci e l’ispezione delle componenti del reticolo e degli ormeggi ci saranno addetti qualificati, biologi marini o zootecnici e tecnici subacquei”. E i mangimi? "Rispetto all’impianto a terra cresce notevolmente la volumetria, con due principali obiettivi: il primo è quello di contribuire a una riduzione del carico dei nutrienti proveniente dalla pescicoltura e di allontanare gli scarichi dalla linea di costa, al fine di migliorarne la diluizione in acque marine; il secondo obiettivo è quello di continuare a investire nel settore dell’acquacoltura”.
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