Civitavecchia, gli psicologi in prima linea contro paure e ansia da quarantena

Civitavecchia, gli psicologi in prima linea contro paure e ansia da quarantena
di Vincenzo Sori
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 11:32
«Una pandemia di questo genere, con implicazioni radicali per la quotidianità di ciascuno, ha generato delle angosce profonde, che si possono manifestare sotto varie forme. Il compito degli specialisti che operano sul territorio è quello di ascoltare, assistere e curare chi lo richieda o ne abbia un oggettivo bisogno». Quello del dottor Maurizio Munelli, direttore della uosd Epidemiologia e promozione della salute mentale del Dipartimento di salute mentale della Asl Roma 4, è un contributo importante e prezioso.
«Sono giorni di distanziamento sociale che, di fatto, diventa isolamento sociale, allontanamento dagli affetti, perdita del lavoro o, in certi casi, costrizione in ambienti affettivamente ostili». Dall'inizio dell'emergenza Coronavirus, le richieste di aiuto al Dsm sono aumentate anche se, sottolinea Munelli, «non siamo in grado di quantificare i nuovi pazienti, essendo il progetto di assistenza a distanza partito da poche settimane, dunque la fotografia non può che essere parziale». Quel che è certo è che ai 1050 pazienti psichiatrici ordinari del distretto 1 di Civitavecchia (dati 2019) l'emergenza Covid-19 ne ha aggiunti altri.
Quali possono essere le reazioni tipiche a una condizione di isolamento prolungato? «Quello che può accadere è l'acuirsi di disturbi mentali o disagi psichici preesistenti. Oppure il manifestarsi di nuovi. La pandemia ci ha messo di fronte a una grande questione, la paura della morte, e il compito del nostro dipartimento rimane quello di accompagnare il paziente in un percorso di elaborazione emotiva. Ovviamente dobbiamo fare i conti con la paura del contagio, con la condizione dei contagiati e, a volte, con episodi psicotici, rispetto ai quali bisogna intervenire prontamente. In ogni caso ribadisco che non siamo in grado di quantificare il peso che la pandemia ha determinato nelle nuove richieste di assistenza. Un dato questo che potrebbe anche essere numericamente poco rilevante». Di sicuro le misure di distanziamento sociale hanno inciso sulle normali dinamiche della rete assistenziale (centri diurni, comunità terapeutiche, centri accreditati ex art. 26 e lo stesso Csm). «Le limitazioni ai movimenti delle persone - prosegue l'esperto - hanno un peso sui meccanismi tradizionali. Penso a chi soffre di disturbi dell'età evolutiva (Munelli presiede l'Osservatorio sull'autismo e Adhd, ndc). Per le urgenze ovviamente non è cambiato niente».
Il Dipartimento diretto dalla dottoressa Carola Celozzi (un bacino di utenza di 300mila abitanti) si sta attrezzando per garantire assistenza a distanza attraverso linee telefoniche dedicate e posta elettronica (tel. 348-2504158 e 06-96669910, mail: viadallapaura@aslroma4.it). «Alle chiamate risponde uno psicologo che decodifica il problema mettendo in piedi un'assistenza cadenzata e regolare, a seconda della gravità del caso. La collaborazione con Ares 118 è sempre massima e proficua. Parlare con uno specialista è determinante nel processo di elaborazione emotiva».
 
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