Civitavecchia, la chat ricrea la classe: i bimbi entusiasti

Un bimbo delle elementari impegnato in una lezione a distanza
di Vincenzo Sori
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Lunedì 20 Aprile 2020, 12:48
Dalle Favole al telefono di Rodari negli anni '60 alle divisioni in videoconferenza al tempo del Coronavirus. Il salto è notevole ma oggi è la realtà. Con la scuola che prova mantenere il suo ruolo. Anche a distanza e anche con i più piccoli. «La fascia di età 6-10 anni è molto delicata - spiega la maestra Antonella Del Duca, referente della primaria Gianni Rodari gli alunni delle quinte non hanno problemi, sono bimbi trepuntozero; i più piccoli vengono seguiti al 100% dai genitori. Gli alunni reagiscono serenamente e con grande emozione. Ritrovarsi in questi giorni di isolamento, seppur attraverso lo schermo di un tablet, è molto bello. Oltre alla didattica vera e propria creiamo dei momenti di divertimento e scambio. L'obiettivo di noi docenti è entrare nelle case dei bimbi in punta di piedi, senza pedanteria o presunzione, ma con rispetto. Il momento è delicato e la scuola in questo frangente ha la responsabilità di trasmettere che c'è. Sempre».
«A noi piace chiamarla didattica della vicinanza così la maestra Antonella D'Amico, collaboratrice della preside per i plessi Andersen e Ranalli perché proviamo a consolidare il legame affettivo alunno-docente. Proponiamo lavori con materiali di recupero come tappi, rotoli, stuzzicadenti. Attraverso la piattaforma G-Suite e WhatsApp riusciamo a raggiungere tutti. Un lavoro che è piaciuto è stato Il bruco mai sazio, una specie di video tutorial dove in modo simpatico e con l'ausilio di oggetti colorati spiego il significato dei numeri e delle quantità. Per la scuola è una fase importante di cambiamento e sperimentazione. Ma quanto mi mancano i miei cuccioli». «Stiamo raggiungendo tutti i nostri alunni via smartphone e pc racconta la maestra Emanuela Suma, primaria Borlone di Aurelia . Le attività che propongo sono a carattere scientifico, come l'esperimento dell'arancia galleggiante. Tratto argomenti validi in modo leggero. Tutte le sere registro un video con Snapchat per il Mate-quiz, poi il Cin-cin della salute in rima, lo Sport al tempo del Covid e altro. Ho spiegato le divisioni in videoconferenza e hanno capito!».
«Siamo partite subito con la DaD con l'obiettivo di far sentire la presenza della scuola spiega Antonella Giuliani, responsabile di plesso di via Campania -. L'entusiasmo che mostrano i bambini al momento del collegamento in video ci spinge alla ricerca continua di nuove proposte». «Lavoro con una quinta e questo è un vantaggio - così Teresa Lucignani, maestra alla Don Papacchini a volte durante le video-lezioni sono gli alunni a suggerire soluzioni e modalità. Questa didattica a distanza è un dare e un ricevere. All'inizio è stato uno sconvolgimento, poi col passare del tempo ci siamo reinventati. La videoconferenza è lo strumento che dà più soddisfazioni perché riproduce l'ambiente classe. Vedersi in quei piccoli riquadri e parlare è comunque un ritrovarsi: un elemento fondamentale per tutti, docenti e alunni».
 
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