Civitavecchia, estetisti e parrucchieri furiosi: "Assurdo riaprire a giugno>

Un centro di estetica a Civitavecchia tristemente inattivo (Foto Luciano Giobbi)
di Stefano Pettinari
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Martedì 28 Aprile 2020, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 21:40
«Non ce l'aspettavamo». E' un coro unanime quello di parrucchieri, barbieri ed estetisti dopo che il premier Giuseppe Conte ha annunciato che queste attività riprenderanno solo il primo giugno. Una decisione che non è piaciuta alla categoria e che ha dato adito a una serie di lamentele più o meno veementi. «Sinceramente non ho capito questa scelta dice Marco Filipponi, storico parrucchiere cittadino secondo me si sarebbe potuto lavorare seppure con tutte le accortezze del caso. Ad esempio far entrare in negozio un solo cliente alla volta. Mi rendo conto che la vicinanza per chi fa un mestiere come il nostro è impossibile da evitare. Ma credo che con l'uso dei guanti, delle mascherine e tutti gli altri dispositivi, il problema poteva essere risolto. Certo, per gli estetisti il problema è senza dubbio maggiore, ma per noi parrucchieri ritengo che si sarebbe potuto riprendere a lavorare, ripeto, con tutte le precauzioni che questa situazione impone. Di sicuro comunque non mi aspettavo che il periodo di lockdown sarebbe stato prolungato fino al primo giugno, tanto che avevo già iniziato a organizzarmi per il 4 maggio, dando appuntamenti ai clienti in modo da farli entrare in negozio uno alla volta. E' evidente che questo comporterà un danno economico notevole, perché le spese restano tutte, ma gli incassi non ci sono. Tra l'altro, almeno personalmente, non mi è stato riconosciuto nemmeno un bonus per l'affitto del locale, mentre mi risulta che altre attività ne hanno usufruito».
LE LAMENTELE DEI CLIENTI
Avevo già fatto sanificare il mio locale dice invece Paola Appetecchi, anche lei parrucchiera frequentata sia da uomini che da donne perché convinta che a maggio anche noi avremmo potuto riaprire. Sinceramente avevo forti dubbi che saremmo potuti ripartire già dal 4 maggio come molte altre attività, perché in effetti nel nostro lavoro la distanza è davvero molto ravvicinata, ma pensavo che almeno il 18 fosse possibile. Credo però che il presidente del Consiglio Conte voglia vedere cosa succederà dopo questa parziale riapertura, perché secondo me se i contagi continueranno a diminuire, potrebbe anche rivedere la decisione e anticipare a metà maggio anche l'apertura di parrucchieri ed estetisti. Devo dire che molti clienti mi hanno chiamata e si sono lamentati, non spiegandosi come possa essere possibile che si sia permessa la ripresa di attività sportive e invece sia stata negata a chi fa il nostro mestiere. In effetti è assurdo, anche perché, almeno personalmente, avevo già preso l'occorrente come guanti, mascherine, camici, per ridurre al minimo i rischi. Altra cosa che non mi spiego è perché a noi non è stata data la possibilità di consegnare i prodotti a casa. Penso a tinte per i capelli, shampoo e cose del genere. Certo, mi rendo conto che non sono cose necessarie come il cibo, ma quanto meno ci avrebbe aiutato un minimo dal punto di vista economico. Ora il rischio è l'abusivismo. Temo che ci sarà chi approfitterà di questa situazione per andare a fare i capelli a domicilio».
DISOBBEDIENZA CIVILE
C'è però chi almeno i prodotti come tinte e simili li potrà vendere. E' il caso della Holding Palmeri, di Salvatore e Stefano Palmeri. «Il nostro codice ateco, ci consente di poter vendere quel tipo di prodotti. Sta di fatto però che la decisione di riprendere l'attività a giugno è qualcosa di inconcepibile dice sulla sua pagina Facebook Stefano Palmeri, che propone anche un movimento cosiddetto delle chiavi invito tutti i commercianti, imprese e artigiani a spedire in busta chiusa la chiave della propria attività alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi».
 
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