Civitavecchia, caos Csp: il presidente Carbone in bilico. E da luglio nella zona 2 addio differenziata: si passa alla raccolta stradale

La raccolta differenziata dei rifiuti aa Civitavecchia (Foto Luciano Giobbi)
di Pierluigi Cascianelli
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Giovedì 30 Aprile 2020, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 22:03
Turbolenze in maggioranza, neanche la pandemia placa i bollenti spiriti nel centrodestra. Ci risiamo, e stavolta uscire dall’imbuto in cui si è cacciata l’amministrazione Tedesco sembra davvero esercizio complesso. Il motivo del contendere, neanche a dirlo, è il futuro di Csp, la partecipata del Comune. Un’azienda ripiombata in una crisi che appare irreversibile, se è vero che sarà necessaria una significativa ricapitalizzazione da parte del socio unico, il Comune appunto, come confermato dal suo presidente Antonio Carbone. Si parla di una somma pari a 4 milioni di euro, solo per iniziare, soldi che evidentemente il Pincio non ha, alle prese già con l’emergenza da coronavirus e un bilancio che fa acqua in molti punti. Secondo il numero uno di Csp il bivio è chiaro: ricapitalizzare o libri in tribunale.
Ma il problema, oltre che aziendale - Csp “vanta” un organico di quasi 400 dipendenti - è anche e soprattutto politico. Già, perché su questa partita potrebbe andare per aria la giunta Tedesco, viste le premesse di questi giorni. Da un lato ci sono quelli che vorrebbero salvare il salvabile, lasciando a Csp la paternità di azienda pubblica, provando a ritoccare il sistema di raccolta differenziata porta a porta, passando a quella stradale. Un gruppo capitanato dal vice sindaco Massimiliano Grasso, con delega alle partecipate e da Fratelli d’Italia. Con la Lega in una terra di mezzo, sulla linea di Grasso nel mettere fretta al sindaco Ernesto Tedesco nel dare una direzione politica definitiva, ma contro Carbone, che secondo il “Carroccio” ha avuto il torto di assumere un consulente esterno, un ingegnere ambientale, a 20 mila euro lordi all’anno. E poi, dall’altra parte del ring ci sono Forza Italia e Lista Tedesco, con l’assessore azzurro Roberto D’Ottavio e l’esponente di Polo democratico, ex papabile proprio per un posto al “sole” nel Cda di Csp, Mirko Cerrone, che hanno preso nettamente le distanze dal "Grasso pensiero". E infine c’è il primo cittadino, che Carbone l’ha scelto, dopo un tormentone quasi infinito nella selezione attraverso manifestazione di interesse, ma che qualche giorno fa lo ha di fatto criticato per l’acquisto delle mascherine chirurgiche a 3,60 a confezione da due. Spetta a lui ora l’impresa di uscire dalle sabbie mobili della crisi, tornata prepotente nel momento peggiore, con l’emergenza da covid-19 che continua a farla da padrone, anche a Civitavecchia.
Intanto anche l’Ugl, il sindacato del capogruppo de “La Svolta” Fabiana Attig ha detto la sua, attaccando Tedesco, Carbone e parte della maggioranza. “Il presidente di Csp? Non faccia il piagnucolone. E’ assodato inoltre che tenere in carica il precedente Cda per otto mesi in più, ha determinato la condanna a morte della società, decretata proprio dalla stessa parte di maggioranza che, ci domandiamo se forse andava a pranzo e cena con de Leva”.
In serata è stato poi diffuso un comunicato dal Pincio sulle conclusioni della giunta. In sostanza l'esecutivo ha dato mandato al Cda dell'azienda di riportare in equilibrio i conti nel giro dei prossimi due esercizi finanziari mettendo a punto un preciso piano di ristrutturazione. Raccomandati, per raggiungere l'obiettivo, il taglio delle consulenze, l'accelereazione dei prepensionamenti e, soprattutto, il passaggio alla raccolta differenziata stradale, quindi non più porta a porta, a partire dal prossimo luglio nella "zona 2", quella sopra alla Mediana per intendersi. Tra le indicazioni, anche quella di procedere a una attenta analisi delle indennità aggiuntive ai lavoratori e adeguate misure di contenimento dei costi per quanto riguarda l'approvviggionamento delle farmacie comunali, anche attraverso acquisti di gruppo.
Insomma, una pesante cura ricostituente. Da capire se il Cda di Csp, che ha appunto chiesto una ricapitalizzazione che pare essere stata chiaramente rigettata, sarà in grado di mettere in atto il piano richiesto. In base alle conclusioni della giunta, infatti, anche i vertici della municipalizzata sembrano sotto esame. Sempre che gli stessi vertici, considerato il mancato accoglimento delle richieste e le condizioni poste, non decidano di rinunciare a guidare l'azienda, rinunciando agli incarichi in essere.
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