Bonus Inps, alla sede di Civitavecchia inevaso il 25% delle domande

La sede Inps di Civitavecchia: ancora invesa 3mila delle 11mila domande presentate per il bonus 600 euro
di Vincenzo Sori
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Luglio 2020, 15:02
Bonus Inps 600 euro, si allarga la platea degli aventi diritto, aumentano le domande ma tanti, troppi lavoratori stanno ancora aspettando le prestazioni pregresse. Mentre l'Istituto nazionale previdenza sociale effettua il riesame di 42mila domande che erano state rifiutate, si sono aggiunte alcune categorie di beneficiari: i titolari di assegni di invalidità e i lavoratori stagionali, che dai primi di giugno possono presentare la domanda. Più indennità Covid-19, quindi, ma la realtà è che sono ancora tanti gli autonomi rimasti imbrigliati nel labirinto giuridico dei requisiti di accesso alla prestazione. Lo dimostrano i numeri di Civitavecchia e del comprensorio, dove a martedì 23 giugno risultavano 11mila domande presentate, delle quali 8mila 200 erogate. Il dato comprende anche le domande inoltrate ad aprile per il bonus di marzo e mette in evidenza quasi 3mila richieste inevase in cui convergono le domande fatte dai nuovi beneficiari e le domande re-inoltrate da parte di chi se le era viste rifiutare nelle scorse settimane.
I NEO BENEFICIARI
«Gran parte dei bonus di aprile arrivano in automatico con accredito diretto a chi li ha già incassati per marzo spiegano dalla Direzione metropolitana di Roma dell'Istituto - dunque l'incremento delle istanze in lavorazione è dovuto all'estensione della platea degli aventi diritto». Per Civitavecchia ancora nessun dato relativo al reddito di emergenza (Rem), un'altra misura straordinaria di sostegno al reddito introdotta per supportare i nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica causata dall'emergenza da Covid-19. Altri beneficiari, i caregiver, cioè quelle persone che si sono prese cura di un parente in condizioni di disabilità o di non autosufficienza. Non solo. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo starebbe lavorando sull'inserimento in platea dei lavoratori del settore turismo che, pur lavorando come stagionali, sono stati assunti con contratti a tempo determinato e per questo non hanno avuto accesso al bonus.
I DISAGI
Più aventi diritto, dunque, ma il disagio dell'utenza è sempre molto diffuso. «Inps scrive che stante il carattere emergenziale delle prestazioni in commento segnala Tommaso, civitavecchiese, titolare di partita Iva e impiegato nel settore medico i potenziali fruitori possono accedere al servizio dedicato con modalità di identificazione più ampie e facilitate rispetto al regime ordinario. Peccato che poi quando si tratta di dover accedere e gestire la pratica le difficoltà sono sempre le stesse. Le credenziali di accesso ai servizi sono il Pin rilasciato dall'Inps (sia ordinario, sia dispositivo), lo Spid di livello 2 o superiore, la carta di identità elettronica 3.0 (Cie) e la carta nazionale dei servizi (Cns). Dov'è la semplificazione? Mi sento preso in giro. Poi scrivono in alternativa al portale web, le indennità Covid-19, possono essere richieste tramite il servizio di Contact center integrato. Ma riuscire a parlare con qualcuno è un'impresa». «Hanno diritto all'indennità liberi professionisti con partita Iva, partecipanti a studi associati, società semplici con partite Iva scrive Mara, di Civitavecchia noi siamo tre soci con studio associato, naturalmente con partita Iva, ma ci veniva negato il bonus perché non titolari di partita Iva personale. Alla fine il bonus è arrivato, ma dopo ben due mesi di attesa». Un altro caso quello segnalato da Massimo, da Santa Marinella, iscritto alla gestione separata dal 1999, che si è visto rifiutare la prestazione «poiché, dai dati attualmente in possesso dell'Istituto, non risulta iscritto alla gestione separata». Provi a inoltrare di nuovo la domanda, questa la risposta fornita dall'istituto.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA