I produttori, perché non vogliono essere citati in giudizio, «ora organizzano sui set dei training -racconta- che sensibilizzano rispetto alla violenza sessuale, alle molestie. Si tratta di corsi in cui si cerca di educare la crew ad essere civile, vale per tutti e non riguarda solo le donne». In pratica, spiega meglio Arquette, «si tratta di far capire che non è normale per un regista dire “siediti in braccio, piccola”, o rivolgersi in modo scorretto ad un omosessuale, solo per fare qualche esempio. Ma la cosa strana è che ci sia voluta tutta questa lotta per far sì che accadesse». Nonostante questo, secondo la protagonista di “Medium” «attualmente non esiste nessun paese al mondo in cui c’è parità di salario tra uomini e donne. Per quanto ne so, l’America è la nazione più ricca al mondo ma un bambino su cinque vive in condizione di povertà. Se le donne venissero pagate quanto gli uomini, metà della fame in America verrebbe eliminata». Quello che manca, ne è convinta, «sono gli uomini che sostengono le donne: quando accade, il cambiamento avviene dieci volte più velocemente».
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