Festival di Cannes, Palma d'oro a Jaques Audiard per Dheepan

Festival di Cannes, Palma d'oro a Jaques Audiard per Dheepan
di Fabio Ferzetti
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Domenica 24 Maggio 2015, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 13:12

Niente da fare per l'Italia. Nemmeno un premio per i tre film di Moretti, Garrone e Sorrentino. Ma non si può brontolare troppo. La Palma d'oro al film di Jacques Audiard “Dheepan” premia l'ostinazione e il coraggio di un grande talento.

La giuria guidata dai fratelli Coen ha voluto stupire e ci è riuscita. Audiard non era tra i superfavoriti ma deve aver sedotto i 9 giurati per la capacità davvero rara di conciliare tenuta spettacolare e rigore. Un film deve fare scoprire un mondo e Audiard ce ne ha rivelati addirittura due, facendoci vedere la Francia con gli occhi di tre fuggiaschi catapultati dallo Sri Lanka in una sperduta e violenta banlieue parigina.

Ben dato il Gran premio della giuria al rigoroso "Il Figlio di Saul" del giovane ungherese Laszlo Nemes, anche se questo ha significato trascurare molti altri titoli meritevoli.

Giustissimo il premio della regia al supremo virtuosismo dell'immenso Hou Hsiao Hsien per "The assassin", che sarebbe stato un delitto dimenticare.

Bene anche il premio della giuria a "The lobster" del regista greco Yorgos Lanthimos, uno dei lavori più interessanti di un concorso molto diseguale.

Puro cerchiobottismo l'ex aequo a Rooney Mara per Carol e a Emmanuele Bercot per "Mon Roi".

Che fra l'altro dimentica Cate Blanchett, l'altra metà di Carol. Sarà da ridere se un giorno i Coen penseranno a lei per un film... un premio assurdo che sa di pasticcio e di compromesso. Salutato da grandi "buuuuh" in sala stampa.

Come attore l'eccellente, coraggioso ( ed emozionatissimo!) Vincent Lindon per "La loi du marché" era invece una scelta quasi obbligata, anche se mai come quest'anno c'era l'imbarazzo della scelta ed erano bravissimi anche Depardieu, Colin Farrell, Vincent Cassel.

Il premio alla sceneggiatura va a Chronic del messicano Michel Franco. Film interessante ma non del tutto riuscito.

La Camera d'or riservata alla miglior opera prima va infine al colombiano "La terra y la sombra", salutato come una grande scoperta alla Semaine de la Critique e già comprato anche in Italia. Una buona notizia.

Anche se per i presenti la vera emozione della cerimonia è stata la palma d'onore a Agnes Varda, la grande regista di "Cleo dalle 5 alle 7", e "Senza tetto né legge", l'unica donna della nouvelle vague, classe 1928, vedova di Jacques Demy, che ha salutato il pubblico con un discorso appassionato e toccante.

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