Voragine in via Croce, la borgata delle Collère ostaggio da due mesi

Nessun segnale dell'interruzione, automobilisti costretti a manovre folli

La voragine nella borgata delle Collère
di Franco Tontoli
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Domenica 13 Novembre 2022, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 19:23

Anche via Croce di Casolla, la borgata delle Collère che furono fabbriche di colla derivata da pellami animali, va a iscriversi nel club cittadino delle strade interrotte per dissesti del basolato lavico o per la precaria staticità di edifici privati dell'appoggio di quello adiacente abbattuto.

Da due mesi circa gli abitanti della fettuccia che taglia la borgata per continuare in salita verso Casertavecchia hanno il loro muro di Berlino, recinzione da cantiere a monte e a valle, dal numero civico 30 al 36, che protegge un buco determinato dal cedimento di quattro lastre di basalto, un'apertura dalla quale si intravvede una galleria sotterranea che è ben più di una voragine fognaria, è un vuoto che corre longitudinalmente alla strada, avente per pareti le fondamenta degli edifici che miracolosamente fanno da mura sotterranee di contenimento.

Nessun segnale nei pressi indica la impossibilità della percorrenza, da circa sessanta giorni deviazione obbligata attraverso la circonvallazione rappresentata dalla via che dalla piazzetta indirizza sulla destra per Staturano e San Pietro ad Montes e alle altre borgate, un'ampia curva che aggirando il centro di Casolla riporta sua via Croce dalla strada su cui affaccia la chiesa parrocchiale di San Lorenzo.

Il disagio è notevole anche per gli abitanti nella viella Croce che è perpendicolare al cedimento verificatosi nella strada principale dove il solo transito pedonale è possibile attraverso un varco di mezzo metro di larghezza.
Il blocco e qui siamo al top della trascuratezza non è segnalato all'accesso di via Croce sia dalla piazzetta a valle, per quanti arrivano da via Ruta, sia a monte dalla rotonda che immette sulla salita che porta a Casola, Pozzovete e Sommana appena a ridosso di Casertavecchia.

«Dell'interruzione noi residenti sappiamo dicono da un gruppetto nella piazzetta a pochi metri dalla recinzione , sopportiamo i disagi e ci stiamo facendo l'abitudine ma sono ricorrenti le code di auto costrette a difficoltosa retromarcia quando si arriva a ridosso della interruzione non preannunciata da nessuna segnalazione».

Le due vie di fuga sono, sul posto, quella per Staturano, la già citata piccola circonvallazione della borgata, o il reticolo di viuzze che immettono su via De Renzis da cui si può proseguire per il centro cittadino o in salita per la borgata Mezzano. I disagi, insomma, che in città si sono sopportati per dieci mesi in via Vico e oggi in via San Carlo, si ripropongono anche nella borgata collinare cui una ricca segnaletica turistica indirizza per le Collère, per la chiesa di San Lorenzo, per il complesso monastico di San Pietro ad Montes e per il borgo Casertavecchia che sta più in alto.

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«Questa segnaletica turistica voci dalla piazzetta è vanificata, disorienta soprattutto i forestieri sulla cui presenza tanto si conta. La mancata segnalazione della interruzione rappresenta uno sgambetto, un agguato che comporta disagio per la manovre di retromarcia in una strada dalla carreggiata stretta».

Si torna alla recinzione e alle quattro bàsole che sono precipitate di sotto. Un abitante indica la profondità, dice: «Questo non è un buco, è una caverna, qui sotto i nostri piedi c'è una serie di gallerie che vanno rinforzate e bisogna agire presto, tra poco arriveranno le piogge, la via è stata sempre un fiume d'acqua che ora si riverserà nella voragine con conseguenze intuibili, con pericolo anche per la staticità delle abitazioni che ne sono argine». 

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