Tiziana Cantone non rivestiva ruoli importanti - ricorda la madre - o cariche istituzionali, ma era una ragazza perbene, «non ambiva a nessuna popolarità e non cercava di farsi strada e di avere successo in nessun campo. Eppure non è riuscita a mettere fine a tutta la gogna mediatica e alle diffamazioni che subiva, che si perpetravano nel tempo e dopo due anni sono ancora senza risposte. Non è stato individuato neanche un colpevole, di tutto ciò che ha dovuto subire la mia povera Tiziana, un anno di tritacarne virtuale, pagine fake con i suoi profili delle quali non si conoscono ancora i nomi dei gestori, la sua immagine infarcita di epiteti senza vergogna, continue diffamazioni, ingiurie». Il riferimento è all’inchiesta giudiziaria che per ora vede indagato l’ex fidanzato della bella 31enne morta suicida dopo la diffusione in rete di cinque video hot che la ritraevano. Ma sulla vicenda si è innescato un complicatissimo braccio di ferro giuridico - in una materia, come quella del diritto nel campo di internet ancora poco univocamente esplorata sotto l’aspetto dottrinario - con i giganti della rete per la rimozione di pagine web, link e foto ricollegabili alla ragazza. Una fatica di Sisifo mentre la Procura di Napoli ha chiuso le indagini nei confronti di Sergio Di Palo, l’ex fidanzato della giovane indagato per calunnia nei confronti di cinque soggetti indicati come responsabili di aver diffuso su internet filmanti hard della ragazza. Resta però il fatto che a oltre nove mesi di distanza, nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati per la morte di Tiziana. In sostanza, per i magistrati è molto difficile individuare il «dolo» che incastrerebbe il presunto istigatore alla base della drammatica decisione della giovane di chiudere con la vita. Ecco anche perché oggi la madre di Tiziana scrive quanto la figlia fosse «devastata, e sperava in una giusta sentenza, anche per dimostrare al mondo indifferente e crudele che lei era solo una vittima, non aveva fatto del male a nessuno e non sapeva più come gridarlo. Ha pagato un prezzo troppo caro: questo è omicidio. Cito ora, una dichiarazione della Boldrini, a proposito di denunciare quanti offendono sui social: “Lo farò anche per incoraggiare tutti coloro — specialmente le nostre ragazze e i nostri ragazzi — che subiscono insulti e aggressioni verbali a uscire dal silenzio e denunciare chi usa internet come strumento di prevaricazione”. Ecco...Tiziana ha denunciato, ha fatto tutto ciò che ha potuto, non è stata in silenzio e che cosa è stato fatto? Nulla. Lo Stato dov’è? Bisogna essere “qualcuno” o figli di....? Presidente - conclude - eviti che Tiziana Cantone sia morta invano. Io aspetto solo di farle giustizia e ricongiungermi a lei».
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