Spaccio, chiesti oltre due secoli per soli 23 imputati

Dall'inchiesta emergono noti nomi del cartello che controlla lo spaccio nell'area compresa tra Maddaloni, Marcianise e Macerata

Scambio di droga
di Biagio Salvati
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Sabato 12 Novembre 2022, 07:57

Vanno dai 6 ai 18 anni le pene chieste ieri dal pm antimafia Vincenzo Ranieri per 23 dei 45 indagati accusati di traffico di sostanze stupefacenti che avevano scelto il rito abbreviato, davanti al gup Valentina Giovanniello del Tribunale di Napoli. Lo stesso giudice ha poi rinviato a giudizio i restanti indagati, per il processo davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (collegio A) per l'udienza fissata al 2023. In particolare, la requisitoria si è conclusa con una richiesta di pene di oltre due secoli e mezzo nei confronti degli accusati, tra cui anche alcune donne. Alcuni degli indagati ritenuti vicini al clan D'Albenzio e al gruppo referente dei Belforte a Maddaloni, furono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Gli arresti furono eseguiti a marzo scorso ma l'indagine si è svolta tra il 2017 e il 2019 ed ha fatto luce su un traffico di droga, soprattutto cocaina, da destinare a piazze di spaccio nella provincia di Caserta e di Napoli. Gli 007 hanno evidenziato l'esistenza di tre diversi sodalizi criminali: uno operante nei comuni di Maddaloni, Santa Maria a Vico, Cervino e Recale; uno con base logistica nel «Parco Verde» di Caivano ed operante nei comuni di Caivano, Cardito e Crispano; uno operante nei territori dei comuni di Marcianise, Capodrise, Portico di Caserta e Macerata Campania.

La condanna più alta, 18 anni, è stata chiesta per Donato Carnevale, Salvatore Vincenzo Giordano e Marianna Nuvoletta.

Le altre richieste riguardano Veronica Bifone (10 anni), Alfredo Cappellini (10 anni), Maria Carnevale (10 anni), Antonio Cocci (6 anni), Agostino Rosario Daino (10 anni), Antonio D'Agostino (10 anni), Pasquale D'Agostino (8 anni), Pietro Di Bernardo (14 anni), Francesco Falco (12 anni), Paolo Iuliano (20 anni), Rosario Mandato (8 anni), Antonio Mastropietro (20 anni), Federica Minopoli (8 anni), Antonio Minutillo (10 anni), Maria Minutillo (8 anni) Gennaro Papale (12 anni), Antonietta Rea (8 anni), Domenico Russo (14 anni), Luigi Serra (14 anni), Gaetano Setola (14 anni).


L'inchiesta ha accertato l'esistenza di almeno tre gruppi di «pusher» che si rifornivano tutti al Parco Verde di Caivano, grande piazza di spaccio del Napoletano che ha quasi soppiantato, come canale di approvvigionamento per il resto della regione, quelle del quartiere napoletano di Scampia. Uno degli arrestati risedeva al Parco Verde, mentre gli altri, molti dei quali già noti per reati di droga, nei comuni delle due province dove avveniva lo spaccio. In particolare, uno dei gruppi rivendeva al dettaglio - sia a domicilio che in luoghi prestabiliti - nei comuni casertani di Maddaloni, Santa Maria a Vico, Cervino e Recale; un secondo gruppo nei centri di Marcianise, Capodrise, Portico di Caserta e Macerata Campania ed un terzo nei comuni napoletani di Caivano, Cardito e Crispano.


Dall'inchiesta emergono noti nomi del cartello che controlla lo spaccio nell'area compresa tra Maddaloni, Marcianise e Macerata tra cui esponenti che già si trovavano in carcere: come i D'Albenzio, Amato, Mastropietro e Apostolie (Maddaloni-Cervino), fazione dei Belforte di Marcianise, già condannati per droga nel gennaio dello scorso anno insieme ad altri; o la fazione dei Bifone (sempre gruppo Belforte) operanti tra Portico, Macerata e Recale. L'inchiesta è stata portata avanti con attività tecniche di intercettazione, telefonica e ambientale, ma anche con investigazioni tradizionali, come i classici appostamenti, pedinamenti e perquisizioni. Prima dell'approvvigionamento al Parco Verde di Caivano, il rifornimento di sostanza stupefacente sarebbe avvenuto anche sulla piazza napoletana di Torre Annunziata. Il gruppo D'Albenzio storicamente è noto per gestire l'attività estorsiva in danno di imprenditori e esercizi commerciali come conferma anche l'ultimo dossier della Dia - ma anche il mercato degli stupefacenti. Il comprensorio di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Arienzo risulta zona di pertinenza della famiglia Massaro.
 

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