Don Michele Barone, nuovo processo
per l’ex sacerdote degli esorcismi

Don Michele Barone, nuovo processo per l’ex sacerdote degli esorcismi
di Mary Liguori
3 Minuti di Lettura
Martedì 15 Dicembre 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 12:39

Inizierà il 13 gennaio, dinanzi alla IV sezione della Corte d'Appello di Napoli, il secondo processo per Michele Barone, l’ex sacerdote al centro dello scandalo esorcismi e abusi a Casapesenna. Condannato in primo grado a dodici anni di carcere ma ai domiciliari da due mesi dopo la sentenz, per i maltrattamenti su una parrocchiana minorenne, l’ex prete finì alla sbarra anche con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due ventenni. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, però, lo mandò assolto da queste accuse ritenendo che gli atti sessuali con le due ragazze furono consenzienti. 

Contro la sentenza di primo grado, che ha visto anche la condanna dei genitori della ragazzina e l’assoluzione del poliziotto Luigi Schettino, si è appellata la Procura di Santa Maria Capua Vetere che chiede un verdetto di colpevolezza per tutti i reati contestati al termine della complessa indagine che, nel febbraio di tre anni fa, portò all’arresto di don Barone.

La vicenda che lo ebbe per protagonista si è svolta all’ombra del tempio di Casapesenna e in una cappella ad esso adiacente dove si svolgevano quelli che, secondo Barone e secondo la sua nutrita schiera di adepti, erano rituali di liberazione spirituale. Pratiche alle quali fu sottoposta anche una bambina che i medici ritenevano affetta da un disturbo di conversione e che fu sottratta alla medicina convenzionale per volere dei genitori, secondo i quali era posseduta dal diavolo. 

Nel corso del dibattimento emerse uno scenario inquietante di rituali che il gip definì «torture medievali» durante i quali si faceva ricorso alla violenza ai danni della ragazzina. Numerosi i testimoni ascoltati, molti dei quali hanno riferito di avere vissuto l’esperienza spirituale a Casapesenna come una sorta di «trance» durante la quale avrebbero perduto rapporti sociali e familiari pur di compiacere il carismatico sacerdote. Numerosi anche i nomi di volti noti della tv e dello sport spuntati nel corso delle indagini, tutti estranei alle contestazioni penali: da Luciano Moggi, che fu anche chiamato in qualità di testimone in tribunale per spiegare a che titolo Barone gli chiedeva del denaro, a Barbara D'Urso, che al telefono invitava il don ad andare a benedire casa sua a Milano, fino alla soubrette Sara Tommasi. Barone, conosciuto anche in Irlanda, amico delle veggenti di Medjugorje e, prima dell’arresto, ospite fisso dei principali salotti televisivi d’Italia, si è sempre professato innocente, ritenendo di aver agito esclusivamente nell’interesse dei propri fedeli e nell’alveo di pratiche spirituali.  

Dopo l’arresto, fu spretato. Anche le parti civili, rappresentate dall’avvocato Rossella Calabritto, si sono appellate al giudizio di primo grado. Michele Barone è difeso dagli avvocati Carlo De Stavola e Maurizio Zuccaro mentre i genitori della ragazzina sono rappresentanti da Giuseppe Stellato e Carlo Taormina. La pubblica accusa in primo grado è stata affidata ai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA