Alberi recisi in via Turati e in piazza Commestibili: l'ira degli ambientalisti

Stando a quanto sostengono gli agronomi, la capitozzatura sarebbe consentita solo in casi di emergenza

Gli alberi tagliati
di Daniela Volpecina
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Sabato 12 Novembre 2022, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 07:54

Giallo sugli alberi capitozzati in via Turati e piazzetta Commestibili. Ci risiamo. Ma questa volta con l'aggiunta di un piccolo mistero. Infatti l'assesore Massimiliano Marzo precisa che il Comune non ha fatto l'intervento: «Agiremo contro i responsabili una volta individuati». Ancora una volta il patrimonio verde della città viene maltrattato e ciò nonostante le potature selvagge degli anni passati abbiano comportato la morte o la sofferenza degli alberi che le avevano subite. Ne sono una testimonianza alcuni liriodendron, una tuia e i lecci di villetta Padre Pio, gli oleandri di viale Carlo III, l'albero di noce in via Barducci e tante altre piante in via Acquaviva, viale Lincoln, via Ricciardi e via Patturelli. Tutti tagliati in modo improprio, secondo gli agronomi, con strumenti assolutamente non idonei, che creano ferite nella pianta, impedendole di crescere e germogliare come dovrebbe. Un processo accelerato anche dallo stress termico, dalla siccità e dalle temperature anomale registrate negli ultimi mesi.

Le responsabilità non sono imputabili per la verità esclusivamente al Comune di Caserta.

O almeno non sempre direttamente. Se in alcuni casi in passato erano state infatti proprio le ditte incaricate dall'Ente a procedere con tagli maldestri e procedure improprie, c'è da dire che in molti casi i responsabili si sono rivelati i residenti o i commercianti che, incuranti delle leggi in vigore, hanno agito di proprio pugno, restando impuniti. «È una prassi di grande inciviltà che denunciamo da molto tempo fa sapere Matteo Palmisani della Lipu lo scorso anno segnalammo il caso anche ai vigili urbani affinché attenzionassero le strade del centro al fine di individuare i responsabili ma nulla è stato fatto e di conseguenza lo scempio si è ripetuto. Abbiamo assistito a episodi in cui le chiome venivano rimosse del tutto perché, secondo gli esercenti, coprivano le insegne dei negozi. I responsabili probabilmente non si rendono conto che questo è un reato. E che non si può fare un uso privato di un bene pubblico. Si tratta infatti di interventi abusivi e drastici che provocano danni irreversibili e portano gli alberi alla morte».

«La responsabilità è anche dell'Ente fa notare Milena Biondo del Wwf se l'amministrazione avesse istituito, come da noi richiesto più volte, la Consulta del Verde, non assisteremmo più ad episodi simili. È fondamentale un organismo che, a livello istituzionale, abbia un'idea chiara e globale della cura del verde in città e intervenga in ogni strada. In più occorre aggiungere che gli alberi secchi o morti non vengono sostituiti e gli stalli continuano a rimanere vuoti con un abbrutimento del paesaggio urbano». Critico anche il presidente di Legambiente, Gianfranco Tozza, che chiama in causa il decreto ministeriale del 10 marzo 2020 che ha introdotto i criteri minimi ambientali: «Il verde è una infrastruttura e come tale va pianificata, progettata e curata. La manutenzione ordinaria andrebbe svolta in maniera costante così come l'inventario degli alberi proprio come stabilisce la normativa che disciplina il settore».

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La capitozzatura, stando a quanto sostengono gli agronomi, sarebbe consentita solo in casi di emergenza «sempre più spesso invece spiegano i due tecnici che chiedono di rimanere anonimi viene adottata come prassi per allungare i tempi della potatura e risparmiare sui costi dell'intervento. Sagomare una pianta comporta infatti un dispendio di tempo e di denaro maggiore rispetto al taglio netto e per di più spesso questo viene effettuato anche con strumenti non adatti che non vengono disinfettati, ne consegue che se si interviene su una pianta malata e non si igienizzano gli arnesi, si facilita il propagarsi dei parassiti da un albero all'altro, condannandoli a morte certa. Sono pochi infatti quelli che sopravvivono alla capitozzatura, molti reagiscono sviluppando alla base del tronco, a volte anche direttamente dalla radice oppure in concomitanza delle cicatrici, dei polloni, vale a dire una sorta di rami che rappresentano un segnale di decadenza o uno sfogo della pianta». E intanto le associazioni ambientaliste invocano maggiori controlli in città e si preparano a depositare un esposto per quanto accaduto in via Turati e piazzetta Commestibili. «Un episodio che rimarcano con forza non può assolutamente passare inosservato».
 

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