Labaro
Labaro è una zona a Nord di Roma, prima definita borgata e successivamente quartiere, oggi purtroppo quasi declassata per via del degrado che in modo costante l'ha fatta diventare un luogo frequentato da molti immigrati, che hanno creato veri e propri insediamenti e comunità. Anche Labaro fa parte di quelle borgate e di quegli agglomerati urbanistici realizzati a Roma dal 1924 al 1937 grazie a progetti di edilizia popolare, che nel tempo ha portato l'intera zona ad uniformarsi dal punto di vista architettonico, in quelle che al tempo erano le zone dell’Agro Romano, adibite alla coltivazione.
Qualche cenno storico
Labaro, come molti dei quartieri satellite del quadrante nord di Roma, su inizialmente un insediamento nel territorio dove la ricchezza artistica e culturale la facevano da padrone. Basti pensare ai resti del ponte romano, che nel tempo è stato quasi dimenticato e poco valorizzato, il mausoleo tomba Celsa del III secolo, e la splendida tenuta agricola Valchetta Cartoni. La storia ha notevolmente modificato la zona, l'urbanizzazione della periferia romana ha dimenticato di valorizzare questo luogo, che è ora conosciuto solo per la sua vicinanza al raccordo anulare, alla ferrovia Roma Nord, e al nuovo ed immenso complesso dell'ospedale Sant’Andrea. Un colosso, potremmo dire un eco mostro, che nasce nel mezzo di una zona verde splendida, ma trascurata.
L'intera area di Labaro è sempre stata meta di immigrazione, prima da parte di centinaia di abruzzesi scappati da terremoti e povertà, poi marchigiani e ciociari che, dalle vicine campagne laziali, cercavano fortuna avvicinandosi al centro abitato, per finire ai nostri giorni con africani, rumeni, peruviani, che scappando da guerre e miseria hanno trovato in questo quartiere un punto strategico, per poi arrivare a Roma e cercare un lavoro.
Un grande sviluppo del quartiere è avvenuto attorno agli anni ’50 quando fu costruita la diga di Castel Giubileo, che dista pochi chilometri da Labaro, grazie all'opera della Società Idroelettrica Tevere, poi assegnata ad ENEL. Questo permise di offrire un'opportunità di lavoro a moltissimi operai provenienti dalle zone vicine e dalle regioni Umbria ed Abruzzo.
Abitare a Labaro
Il quartiere è densamente popolato da famiglie del ceto medio basso, che, soprattutto per questioni economiche, ha scelto di vivere in periferia per poter avere un alloggio meno caro, pagando però il prezzo delle lunghe code in auto per arrivare a Roma, o il disagio di treni, spesso sovra affollati ed inefficienti, che trasportano ogni giorno migliaia di pendolari sul luogo di lavoro. Gli immobili sono stati edificati con i criteri dell'edilizia popolare ed hanno costi decisamente dimezzati rispetto a quelli della città di Roma, sia per chi acquista, sia per chi preferisce stare in affitto. Naturalmente abitare a Labaro oggi è come vivere in quartiere dormitorio. La necessità di spostarsi su Roma per lavorare diventa un obbligo per molti, anche per gli studenti che fanno la spola con la Capitale per raggiungere licei ed università. Le strade che collegano Labaro a Roma sono estremamente trafficate ed obbligano i residenti a trascorre molto del loro tempo in automobile, malgrado la distanza non sia cosi eccessiva.
Iniziative dei cittadini di Labaro contro il degrado e la violenza
Per migliorare ed abbellire strade e piazze, spesso meta di vandali che imbrattano con scritte o lasciano in giro spazzatura, nel 2015 è nata un'iniziativa popolare per rendere il quartiere colorato e ridare alle persone la voglia di vivere e di condividere fruendo degli spazi comuni. Infatti nella zona Labaro-Prima Porta, decine di persone hanno preso parte ad un progetto di riqualificazione. Questa idea è nata dal gruppo Retake che insieme ai "Pittori Anonimi del Trullo", con il benestare delle istituzioni municipali, ha permesso di dare vita e spazio ai colori con murales ed una pulizia accurata di strade e sottopassaggi che bambini e anziani evitavano per paura.
I comitati di quartiere, insieme alle associazioni cercano in modo costante di apportare migliorie alla zona. Anche grazie all'avvento dei gruppi di Facebook ed al passa parola tramite i social network moltissime persone, anche ragazzi, sono state coinvolte e sensibilizzate per far sì che questo quartiere non diventi solo preda di atti vandalici e violenti, ma torni ad essere un luogo vivibile e piacevole per le tantissime persone civili anche ancora amano quei posti e che cercano in tutti i modi di assicurare un futuro sereno ai propri figli.
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