Vincitori & Vinti
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C'è una Nove Colli per 12 mila ciclisti
Lo sport degli amatori sia solo divertimento

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Sabato 21 Maggio 2016, 15:51
C’è un grande interesse per lo sport. Anzi, c’è una vera e propria fame di sport per tutti, atletica e ciclismo su tutti per quanto riguarda gli amatori o, se volete, i master. Sono tante le competizioni che vedono migliaia di concorrenti al via tra maratone e granfondo. C’è, in ciascuna di queste gare, un desiderio speciale da parte dei partecipanti di emulare i campioni della loro disciplina. Ovviamente nelle maratone, da New York a Londra, c’è un cast di professionisti che si contende la vittoria, ma gli altri - e parliamo anche di 50 mila persone – corrono pensando di essere brave come i campioni.
E’ l’essenza dello sport e la Nove Colli che si corre domattina a Cesenatico con 12 mila ciclisti al via ne è la testimonianza. Pensate che lo scorso novembre quando sono state aperte on line le iscrizioni della granfondo più antica del mondo (la prima a Cesenatico si è corsa il 20 maggio del 1971: al via 17 concorrenti; l’anno prima, alla maratona di New York numero 1 di corridori al via c’erano 127) i pettorali disponibili sono stati assegnati in quattro minuti. Un soffio.
Lo stesso accade per le maratone di New York, di Tokyo o di Londra dove per entrare nella lista degli iscritti si ricorre anche al sorteggio visto che certi numeri sono chiusi per evidenti ragioni organizzative.
Domattina a Cesenatico saranno in 12 mila a pedalare, 130 chilometri per chi sceglie il percorso breve, 205 per l’altro, con concorrenti che arrivano da 51 Paesi. Un successo che dimostra l’attenzione per lo sport.
A Roma la Granfondo del prossimo autunno è un altro di questi successi come potrebbe esserlo la maratona della Capitale se davvero ci fosse un interesse per promuoverla nel mondo senza accontentarsi di sfruttare il nome di Roma.
Nove Colli a Cesenatico, Maratona delle Dolomiti in Val Badia, Granfondo Roma, la Dieci Colli di Bologna, la Sportful sulle Dolomiti sono manifestazioni che destano interesse perché la partecipazione è imponente.
Qual è la lezione di questa dimostrazione di affetto? La voglia di sport e in questo occorre vigilare.
Due sono i motivi sui quali indirizzarsi. Evitare una speculazione troppo spinta degli organizzatori che qualche volta cercano solo l’utile economico ma, soprattutto, far capire a chi partecipa che lo sport ha le sue regole. Si corre soprattutto per se stessi, per raggiungere i propri limiti. Invece, molto spesso, tra gli amatori c’è il desiderio – folle diciamo noi – di battere l’avversario e se stessi ad ogni costo. Come? Facile, ricorrendo al doping, che poi tale non è perché è un doping fai da te, prendi questo che vai forte, prendi quest’altro che va meglio, e si corrono rischi pazzeschi per la salute senza avere i benefici sperati.
Se poi ti trovano positivo, ecco uno in più tra i dopati azzurri. Ma per amatori – o master – non si tratta di sport nel senso agonistico.
Facciamo capire che lo sport è bello ma tutto ha il suo tempo. Ce n’è uno per l’agonismo, le gare e le medaglie; ce n’è un altro per divertirsi anche sfidando il cronometro e il metro, ma senza esagerare. Quello che ieri ci ha fatto vedere, al Palasport di Ancona, il centenario Giuseppe Ottaviani. Non diciamo che ha migliorato cinque record del mondo. Lui, invece, afferma che si è divertito. Ecco il valore dello sport.
 
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