Maria Latella
Tendenza Latella
di Maria Latella

Vivere e morire a Roma. A vent'anni

di Maria Latella
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Martedì 8 Marzo 2016, 14:05
Non sono un'appassionata di cronaca nera, anche se come cronista di nera ho cominciato. Sarei tentata di dire che, trent'anni fa, scrivevo "di una cronaca nera diversa". Chissa' perche' il male di allora, a ripensarci oggi, ha un che di domestico, perfino accettabile. Delitti per amore, per soldi, per follia.Le storie di oggi, madri che uccidono bambini, cugine che uccidono per gelosia, non mi appassionano. E non le leggo. Invece, da due giorni, continuo avidamente a cercare dettagli, cerco di decifrare la storia di Luca, Marco, Manuel. Come e'potuto succedere che due trentenni si siano ridotti a strafarsi di coca per poi  uccidere Luca Varani, 23 anni, la vittima casuale, lo sventurato che per primo ha risposto si? "Vieni a farti di coca e di alcol?". Luca e'andato.Farsi di cocaina, mille euro di cocaina, per un giorno intero e' la causa scatenante. Certo. Lo e'. La cocaina e'il male assoluto, come tutte le droghe pesanti responsabili della distruzione.

Farsi di cocaina, mille euro di cocaina, per un giorno intero e' la causa scatenante. Certo. Lo e'. La cocaina e'il male assoluto, come tutte le droghe pesanti responsabili della distruzione di generazioni, responsabile dell'infelicita' di milioni di famiglie, di milioni di esseri umani. Ma...e quel che e'accaduto prima? Giorni. Mesi. Anni prima. Possibile che nessuno, familiari, amici, possibile che nessuno avesse capito chi erano, e cosa stavano diventando i due assassini, Manuel Prato e Marco Foffo?

Hanno quasi 30 anni. Uomini, non ragazzi. Le cronache li descrivono come studenti fuori corso di giurisprudenza. Studenti? A 29 anni? Come si mantenevano? Uno dei due lavorava per locali fetish. E'un lavoro? Aveva gia' avuto precedenti per droga. Nessuno si chiedeva se dopo il Sert fosse tornato alle dipendenze di prima?
Manuel Foffo, anche lui a 29 anni senza un lavoro, era un cosi bravo ragazzo da correre al funerale dello zio dopo aver ammazzato Varani.

Forse mi sbaglio, ma questa Roma di vite alla deriva, di ragazzi dissociati, un po'bravi figli affettuosi con la nonna e un po' cocainomani omicidi, mi sembra sempre più' popolata di zombie e di adulti che girano la testa dall'altra parte.  Padri e madri magari intimamente angosciati per il futuro dei figli ma incapaci di dire, per primi a se stessi, che essere genitori e'la priorita': pretendere e offrire responsabilita' un dovere.

Aprirei qui il capitolo colpevolizzazione dei genitori. Per le madri: che si sentono dire "o lavori o curi i figli, e se cerchi di fare entrambi fai male entrambe". Fare la mamma a tempo pieno non è più' sostenibile, spesso non lo e' economicamente e a livello di upper class non lo è più' socialmente.

I padri (quelli presenti almeno) non sono più' figure autorevoli, al massimo ridotti al rango di autisti, impegnati a trasferire i figli a destra e sinistra. Se li ritrovano adolescenti e cercano di essere amici, sbagliando. Ma e'l'unica strada che conoscono perché come si fa ad avere un rapporto con i figli se vivono solo su Facebook? 
Di sicuro mi sbaglio, vorrei tanto sbagliarmi, ma Roma, col suo impasto di cinismo e indifferenza, con la sua litania di "embe' opposti a qualsiasi osservazione di buon senso, e' oggi una citta' troppo pericolosa per farci crescere dei figli. L'unico consapevole di come stanno le cose mi sembra papa Francesco.

Per il resto, tutto rimbalza. Hai trent'anni e il tuo "lavoro" e' fare pierre per locali "fetish".  Embe'? Hai quattordici anni e ti prostituisci con quaranta-cinquantenni pariolini per comprarti una borsa e la coca. Mamma lo sa ed e' d'accordo. Embe'?

C'e' chi considera tutto questo parte del grande e cinico gioco della vita. I deboli soccombono, i forti resistono. Ma , a parte la criminalita' organizzata che ingrassa sulle vite e le morti degli altri, non vedo proprio quale guadagno procuri a noi questo gioco. Per noi e' tutto, e gravemente, in perdita. Certo non ci guadagna la citta' che, papa Francesco a parte, sembra incapace di sottrarsi al cupio dissolvi.
Ci fa paura il terrorismo, l'Isis che a Parigi ha ucciso ottantanove ragazzi della "generazione Bataclan". Ma a Roma i nostri ragazzi muoiono, nell'anima se non nel corpo, di indifferenza, di cinismo. Temo il giorno in cui qualcuno, leggendo di una fine come quella toccata a Luca Varani, alzando le spalle replichera': Embe'?
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