© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tendenza Latella
di Maria Latella
In tribunale senza mini e flip-flop
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Luglio 2014, 20:04
Decoro? Decoro. Il presidente del tribunale di Brindisi, Francesco
Giardino, ha recuperato l'articolo ormai fuori produzione e l'ha
riproposto agli stupefatti frequentatori del suo palazzo di giustizia:
avvocati (avvocate soprattutto), impiegati, impiegate. imputati, imputate,
frequentatori occasionali. L'avviso è affiso sul portone del tribunale,
con nota protocollata: "Per evitare il reiterarsi di situazioni
incresciose si informa che l'ingresso non è consentito alle persone
vestite in modo non decoroso". Le solite travestite da vamp con la divisa
degli ultimi trent'anni italioti (minigonna, maglietta aderente e
adeguatamente scollata, tacco 12 da vera femmina), i maschi impacchettati nell'inquietante divisa estiva pantalone pinocchietto, ciabatte, maglietta e tatuaggio (il tatuaggio l'ho aggiunto io, su quello il dottor Giardino non si è espresso) sono avvertiti: al tribunale di Brindisi non li faranno entrare. Altrove, ancora, purtroppo sì. Sarebbe bello che l'editto di Brindisi comparisse negli altri pubblici
uffici, scuole, sedi di lavoro. E comunque conforta che stavolta i soliti
finti trasgressivi, sempre pronti a difendere la libertà di girare
seminude nei pubblici uffici ma sempre distratti quando sotto attacco sono
libertà sostanziali, siano stati accolti da una stanca eco. Qualcuno ha trovato sessista il decalogo di prescrizioni. Ma va. L'arroganza, il cattivo gusto e la mancanza di consapevolezza per cui ci
si presenta in tribunale senza pensare a dove si sta andando, sono
allegramente condivisi da entrambi i sessi. Trent'anni fa, nel suo "Elogio della mitezza" Norberto Bobbio anticipava
quel che è stato il luogo comune degli ultimi tre decenni. Era
obbligatorio mettere le mani avanti: "Non lo dico per fare il moralista
eh". Già, non sia mai qualcuno dovesse pensarlo. "Nella società del
benessere - scriveva Bobbio _ il moralista è considerato un guastafeste,
uno che non sa stare al gioco, che non sa vivere. Moralista è diventato
sinonimo di piagnone, di pedagogo inascoltato e un po' ridicolo, di
predicatore al vento, di fustigatore di costumi, tanto noioso quanto,
fortunatamente, innocuo". Poi, un giorno, un dottor Francesco Giardino si sveglia e annuncia di
essersi stufato. Mi sbaglierò, ma potremmo essere alla vigilia della
svolta. La parola moralista non è più l'anatema da scagliare per zittire
obiezioni di buon senso. E se la brandiranno ancora, un bel chissenefrega
li seppellirà.