Maria Latella
Tendenza Latella
di Maria Latella

Lettera da Chicago/1

di Maria Latella
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Martedì 5 Aprile 2016, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 19:34
Anche sotto una neve leggera e con il vento che soffia forte dal lago Michigan, si puo’ star bene in questa primavera di Chicago. Domani arriva qui, all'universita', Barack Obama e Dalton, uno degli studenti che sto incontrando in questi giorni, e'impegnato nella logistica dell'accoglienza al presidente degli Stati Uniti.

 C'e' freddo fuori ma nelle aule dell'Institute of politics la calda ospitalita’ dello staff e degli studenti dell’ Institute of politics, più' brevemente IOP (la facolta’ politica dell’ Universita’ di Chicago) bilancia largamente le basse temperature.
Domani terro'il mio primo seminario, un confronto tra la strategia della campagna elettorale di Donald Trump e quella che Silvio Berlusconi cavalco' nel 1994.

 Negli USA c'e' enorme interesse per il voto che oggi, nel Wisconsin, chiarira' meglio il futuro della candidatura di Trump e stasera con i colleghi seguiremo davanti alla tv l'andamento del superTuesday.

Comincia oggi, su questo blog, il diario della mia esperienza come fellow professor allo Institute of Politics, e per prima cosa vorrei parlarvi dell'universita' di Chicago, quella al cui interno vive e vibra da quattro anni anche lo IOP. Credo sia utile a quegli studenti che vorrebbero (o sognano) di frequentare un'universita' americana.

L'’universita’ di Chicago e' tra le più' prestigiose d’America (e dunque nel mondo) ma non ha l’aria vagamente prepotente e certamente elitaria che normalmente si associa a quelle della Ivy League.

Nota in passato per i Chicago boys, gli economisti allevati nel culto di Milton Friedman e di quella lezione economica che costitui' la base della Reaganomics, oggi attrae docenti e professori da tutto il mondo  per l'economia e la finanza (qui insegna tra l'altro l'economista italiano Luigi Zingales) ma non solo.  Dalla Law School, al giornalismo, alle scienze sociali e politiche, l'universita' di Chicago e'un magnete di talenti.

Chi sono i ventenni che si aggirano tra i viali delle facolta' dall'architettura neo gotica e molto somigliante a Yale? "Ragazzi che amano discutere di attualita' e di politica. Sono attivi, interessati. - racconta uno di loro, Dalton, che studia qui ma arriva dallo Iowa - L'ultimo acceso dibattito ha riguardato le fraternity, le associazioni di studenti. Hanno ancora senso? E'una discussione ancora in corso".

Questi sono giorni in cui i  futuri studenti dell'universita', i ragazzi che arriveranno l'anno prossimo, sono in visita per i primi contatti con quello che sara' il loro mondo per i prossimi anni. Chiedo al vicepresidente dell'universita' con quale criterio uno studente viene ammesso o no alla UChicago. Si sa che la selezione e'molto severa.
"E' vero, selezioniamo accuratamente gli studenti che chiedono di venire qui. Devono essere molto motivati, avere buoni voti. E il merito conta più' del reddito".

L'11 per cento degli studenti viene dal West degli Stati Uniti, il 29 per cento dal New Engand e dall'Est. L'11 per cento arriva dal resto del mondo.  Le borse di studio sono una realta'importante dell'universita': alla Law School nel 2015 ne sono state assegnate per dodici milioni di dollari.
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