Superstar
di Gloria Satta

Oprah Winfrey, la borsa e il razzismo

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Sabato 10 Agosto 2013, 19:17
Da noi il ministro Kyenge viene insultata perfino da rappresentanti (indegni) delle istituzioni per il colore della sua pelle. Ma anche nella civilissima Svizzera si parla di discriminazione. E così Oprah Winfrey, regina della tv americana e una delle donne più ricche del pianeta, è stata protagonista di un episodio decisamente controverso. Entrata in un negozio di Zurigo, avrebbe voluto comprare una borsa di coccodrillo da 38mila dollari (quello che, più o meno, la signora guadagna in mezz’ora) ma la commessa, vedendo la pelle nera, secondo Oprah si sarebbe rifiutata di vendergliela: “E’ troppo cara per lei, non se la può permettere” avrebbe detto, senza aspettare che la cliente estraesse la sua carta di credito dal tetto illimitato. Solo un malinteso, come ha affermato la commessa? O piuttosto l’ennesimo caso di razzismo in una zona che pratica l’apartheid, negando ai rifugiati l’accesso alle piscine e ai campi sportivi? Oprah, che ha un patrimonio personale di 2,7 miliardi di dollari (avete letto bene: 2,7 miliardi) e avrebbe potuto comprarsi senza battere ciglio non solo la borsa ma tutto il negozio, ha denunciato l’accaduto alla tv. La notizia ha fatto il giro del mondo, ovviamente, mentre l’ente del turismo svizzero, imbarazzatissimo, porgeva le sue scuse alla famosa conduttrice tv. C’è poco da fare. Il razzismo è più vivo che mai e non risparmia nemmeno le persone ricche e potenti come Oprah. Anche nel mondo della moda: la celebe top model somala Imam accusa gli stilisti di non impiegare le modelle di colore. Siamo nel terzo millennio, l’America ha un presidente nero, l’uguaglianza dei diritti è un fatto scontato, almeno sulla carta, mentre superstar di colore come Beyoncé e Rihanna dominano il mercato pop. Eppure siamo ancora qui a registrare discriminazioni e a volte addirittura offese dovute al colore della pelle. C’è di che essere indignati e sconsolati. La Winfrey ha ingigantito l’episodio di Zurigo? Probabilmente la commessa ha agito non in malafede ma "in automatico", senza essere mossa da propositi razzisti. Comunque Oprah ha fatto bene, dall’alto dei suoi miliardi e del suo potere mediatico, a ricorrere alla grancassa. Di certi argomenti non si parla mai abbastanza, non credete?
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