Superstar
di Gloria Satta

La Rai boccia Miss Italia: non è una cattiva notizia per le donne

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Martedì 16 Luglio 2013, 15:51
Infuria la polemica per la decisione della Rai, apertamente sostenuta dalla presidente della Camera Luisa Boldrini, di sopprimere di Miss Italia. E io vorrei ragionare con voi cominciando a fugare un equivoco: non è stato cancellato il concorso di bellezza più antico del Paese ma è la tv pubblica che, dopo tanti anni, non vuole più ospitarlo. Afferma la Boldrini che la Rai ha fatto una scelta moderna e civile perché Miss Italia continuava a veicolare un’immagine della donna stereotipata, non consona ai tempi, umiliante. Ve lo dico subito: sono d’accordo con la Boldrini. Non ne potevo più di assistere a quell’anacronistica passerella di carne umana, con le ragazze costrette a sfilare svestite indossando un numero sul costume da bagno. Rispetto il lavoro di Mirigliani, portato avanti con onestà da sua figlia Patrizia. Ma i tempi sono cambiati. Agli inizi Miss Italia è stata lo specchio dell’Italia che si riprendeva dalla lunga notte della guerra e sognava un futuro felice rappresentato anche dal sorriso di qualche bella ragazza. Oggi però l’immagine e il ruolo della donna nella società sono profondamente cambiati (per fortuna) e una gara di bellezza non ha più senso. E lo ha ancora meno se a sostenerlo è il servizio pubblico. Continuare a considerare la bellezza un merito, mentre è un privilegio deciso dalla sorte, è altamente diseducativo. E poi ci lamentiamo se sempre più ragazze chiedono come regalo dei 18 anni un seno nuovo, aggiustato dal chirurgo? Nel mondo sconsideratamente sottomesso alla dittatura della bellezza (che, non dimentichiamolo, muove un business gigantesco) succede anche questo. La Rai non trasmetterà più Miss Italia e del resto gli ascolti erano in picchiata: vuol dire che agli italiani non importa più molto di vedere quel genere di spettacoli. La tv pubblica ora deve rimpiazzare lo show con qualche buon programma, che valga il canone che tutti fin troppo pazientemente paghiamo. Ma questo è un altro discorso…
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