Superstar
di Gloria Satta

"La grande bellezza" di rincorrere l'Oscar con un film italianissimo

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Giovedì 26 Settembre 2013, 16:27
Lo penso anch’io: questa potrebbe essere la volta buona. Con “La grande bellezza”, il maestoso film di Sorrentino su Roma, l’Italia rischia di tornare in finale all’Oscar dopo sette anni di assenza. E’ infatti dalla nomination di “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini (2006) che il nostro cinema rimane escluso dal premio più prestigioso del mondo. Abbiamo sbagliato i candidati? I film italiani non hanno più niente da dire al di fuori dei confini nazionali? L’America e il mondo non ci considerano più portatori sani di una grande cultura universale? Difficile rispondere. Intanto tutti (a cominciare da chi scrive) sono convinti che Sorrentino, con i suoi fantastici protagonisti Servillo, Verdone e Ferilli, abbia tutti i numeri per convincere i giurati dell’Academy. Perché? Innanzitutto “La grande bellezza” è un grande film che, raccontando la nostra realtà italiana, assume una dimensione universale, capace di parlare al mondo intero: è la formula ideale per farsi amare anche fuori casa, ma purtroppo pochi registi italiani se ne ricordano. Inoltre il film ha già avuto un incoraggiante rodaggio internazionale: presentato in concorso a Cannes, venduto in tutto il mondo, ha avuto successo in diversi Paesi europei. La corsa all’Oscar è una lotteria, nessuno conosce davvero i gusti, gli orientamenti, le sensibilità dei giurati dell’Academy. Ma io sono convinta che mai come quest’anno il candidato italiano possiede, almeno sulla carta, i numeri giusti per riuscire nell’impresa e arrivare almeno in finale alla “notte delle stelle”.In piena epoca di globalizzazione, mentre le diverse identità (culturali, nazionali) tendono a confondersi e sovrapporsi, vince chi non si adegua ai modelli dominanti, rifiuta di copiare le formule collaudate ma al contrario fa di tutto per mantenere riconoscibile, forte e chiara, la propria fisionomia. E questo vale più che mai per il nostro cinema che ha conosciuto l’epoca più gloriosa proprio lavando in pubblico i “panni sporchi” della ricostruzione (con il neorealismo) e l’ubriacatura del boom economico (attraverso la commedia all’italiana). Siete d’accordo? Aspetto con ansia le vostre opinioni. Nel frattempo, incrociamo le dita. Viva Sorrentino, con il suo film italianissimo, anzi splendidamente romano. Il più giusto, quest’anno, per rincorrere l’Oscar.
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