Superstar
di Gloria Satta

L'addio-choc di Robin Williams e il male oscuro che attacca tante star

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Martedì 12 Agosto 2014, 12:26
Non posso fare a meno di scrivere di Robin Williams, che ha lasciato prematuramente la scena scegliendo la via più drammatica e inaspettata. Siamo tutti senza fiato: era l’emblema del sorriso, della poesia, dell’energia e che potesse suicidarsi non te lo saresti mai aspettato. Era una star gentile: concordo con la definizione che rimbalza sui siti di tutto il mondo. I suoi film, le sue battute e i suoi personaggi rimangono scolpiti nell’immaginario collettivo. Il monologo dell’”Attimo fuggente” è un pezzo di storia del cinema, alzi la mano chi non ricorda il prof Williams in piedi sulla cattedra. Io me lo ricordo bene, e non solo nei film. Ho avuto il piacere di intervistarlo più di una volta: era un fuoco d’artificio di battute ma sapeva anche parlare seriamente, andare in profondità. Conoscevo il suo impegno umanitario, coltivato dietro le quinte, e la sua integrità morale. Insomma, era una bella persona che con tanti superdivi di Hollywood, tutti vanagloria e capricci, condivideva soltanto l’appartenenza allo star system. Il suicidio di Williams squarcia il silenzio sul male oscuro che colpisce molti attori: la depressione. Ti attacca quando il lavoro scarseggia, quando la popolarità è in calo, quando il pubblico ti mette da parte e magari prende a idolatrare qualcun altro. Una famosa attrice italiana me lo spiegava proprio qualche giorno fa: se per un po’ non fai film, se rallenti la tua carriera per fare altro non esisti più e la gente ti dimentica. Anche se negli ultimi tempi Robin lavorava di meno, il pubblico non lo dimenticherà mai. Con questa certezza nella testa, vi chiedo di associarvi alla discussione e di dirmi qual è il film dell’attore che preferite.
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