Superstar
di Gloria Satta

Cinema, teatro, musica, sport: contro la paura riprendiamoci la vita

2 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 08:27

“Riprendiamoci la vita”. In questi giorni sento ripetere questa frase spesso, soprattutto quando intervisto dei personaggi dello spettacolo. “Non permettiamo alla paura di sgretolare le nostre abitudini, non rinunciamo al cinema, al teatro, alla musica, alla passione per lo sport”. Sono parole su cui riflettere, mentre assistiamo sbigottiti all’orrore che travolge le nostre città, le nostre stesse vite. “Riconquistiamo la quotidianità, non si può darla vinta a che vorrebbe precipitarci nel Medio Evo”, mi ha detto l’attrice Caterina Murino che vive a Parigi. Ha aggiunto Sergio Rubini in coro con gli attori di “Dobbiamo parlare”, una commedia intelligente che vi consiglio di andare a vedere prima al cinema poi in teatro: “Anche una risata ci aiuta a riprendere i contatti con la realtà”.

I primi giorni, dopo gli attentati di Parigi, ho esitato anch’io a fare le cose di sempre: prendere la metro, andare al cinema, ascoltare un concerto. Ma poi mi sono detta che era proprio questo l’obiettivo che si prefiggevano i terroristi: stravolgere le nostre abitudini, azzerare la nostra cultura, obbligarci a vivere nelle tenebre della paura. Non so se avete visto l’anno scorso un bellissimo film del regista africano Sissako, “Timbuctù”. Raccontava l’irrompere dei jahidisti in un tranquillo villaggio del Mali (un Paese appena balzato sulle prime pagine proprio per colpa dei terroristi). Immediatamente, venivano proibite la musica, le risate e le partite di calcio: è magnifica, degna di entrare nella storia del cinema, la scena in cui un gruppo di ragazzini tira calci a un pallone immaginario.

Ecco, io voglio continuare a giocare con un pallone vero, andare al cinema, prenotare un posto a teatro, correre ad ascoltare un concerto di Battiato o l’esecuzione dal vivo dei Concerti Brandeburghesi. Mi sembra l’unico modo per non arrendermi alla paura e alla barbarie. Mi aspetto che la discussione, già accesa dopo i fatti di Parigi, continui su questo tema.

© RIPRODUZIONE RISERVATA