Quest'America
di Anna Guaita

 Nell'ombra di Hillary

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Domenica 15 Marzo 2015, 01:22
  New York – Siamo fresche della festa della donna e all’Onu si sono chiusi gli incontri dedicati ai bilanci nel ventesimo anniversario della Conferenza di Pechino, che vide l’impegno di 189 Paesi a favore dell’eguaglianza dei sessi. Qualche giorno fa abbiamo visto Hillary Clinton venire all’Onu a ricordare l’importanza del contributo della donna all’economia mondiale, e quanto più ricca l’economia sarebbe se davvero ci fosse parità uomo-donna. Hillary era stata una stella della Conferenza di Pechino, ed è stata accolta dal pubblico internazionale con un caldo abbraccio. Alcune donne l’hanno già salutata come la futura presidente degli Stati Uniti. Ed eccoci al punto: molti conoscenti e amici italiani mi chiedono cosa penso di lei. Sapete la verità? mi dispiace che si candidi. Chiarisco subito che non intendo e non ho alcun interesse, in questo mio intervento qui, di entrare in merito alle sue posizioni politiche, e chiedo cortesemente ai miei lettori e commentatori di evitare il dibattito su quel fronte. Non voglio dibattere – qui e ora - pro o contro l’deologia democratica o repubblicana. Voglio però sfatare il dubbio che in questa grande democrazia non ci siano altre possibili candidate alla presidenza che Hillary (o, se guardiamo ai repubblicani, Sarah Palin, visto che nel 2008 è stata candidata alla vicepresidenza al fianco del senatore John McCain). Possibile che se gli Usa avranno una prima presidente donna, questa debba essere la moglie di un ex presidente? Io, da donna, trovo questa possibilità scoraggiante. Direi addirittura offensiva. Perché è forte il sospetto che Hillary Clinton non sarebbe in questa posizione se non fosse stata first lady. Certo, è vero che per aiutare il marito aveva messo “nel cassetto” le sue aspirazioni, come tante donne della sua generazione. Ed è vero che se non lo avesse fatto, avrebbe verosimilmente costruito una sua personale brillante carriera, ma non ci saremmo trovati a considerarla l’unica possibile candidata. E soprattutto non saremmo in una situazione in cui – siccome c’è lei in campo – altre possibili candidate si tengono in disparte. Voglio rassicurare le amiche italiane che negli Usa ci sono tantissime donne altrettanto (se non più) preparate di Hillary, o di - sempre tenendo presenti anche i repubblicani - Sarah Palin. Ci sono senatrici, governatrici in carica, o ex governatrici che sono di primissima qualità, con conoscenza della macchina governativa e economica. Persone qualificate, insomma. La sinistra democratica inneggia a Elizabeth Warren, la destra repubblicana insiste su Sarah Palin, ma lasciate che, per celebrare degnamente la festa della donna e il ventesimo della Conferenza di Pechino, vi ricordi giusto un pugno di nomi meno noti, al solo scopo di dimostrarvi che ci sono donne che (forse) si meriterebbero di più il supporto dei rispettivi partiti. Sono donne che hanno avuto una carriera a tutto tondo, e quindi preparate su vari fronti. Non le definisco anti-Hillary, o anti-Sarah: le definisco solo “valide alternative”. E magari voi lettori avrete i vostri suggerimenti. Di nuovo: evitiamo di entrare nello scontro politico (ne avremo da scrivere e commentare fin troppo non appena la campagna comincia per davvero) per ora parliamo di donne in gamba, chi sono e chi vi piacerebbe veder correre invece di Hillary o Sarah. Fra le democratiche penso che nella stessa fascia d’eta di Hillary, avrebbe dovuto avere una chance Jeanne Shaheen, già governatrice del New Hampshire, ora senatrice. Fra le più giovani invece ricorderei Amy Klobuchar, già procuratrice distrettuale e ora governatrice del Minnesota e Kirsten Gillibrand, ex avvocato, ex deputato, e ora senatrice dello Stato di New York. Fra le repubblicane, vorrei come prima cosa ricordare che nel 2008 oltre a quello di Sarah Palin si fece il nome di Jodi Rell, allora governatrice del Connecticut, conservatrice di tipo tradizionale e ottima amministratrice dello Stato. Chissà come sarebbero finite le presidenziali se invece della graziosa ma impreparatissima e presuntuosa Sarah, il senatore John McCain avesse scelto la meno avvenente ma ben più solida e preparata Jodi? E comunque, nel futuro vi invito a tenere un occhio su queste due signore nel partito dell’elefante, due donne che hanno le carte in regola per arrivare in alto: l’ex deputata e attuale governatrice dell’Oklahoma Mary Fallin e l’ex procuratrice distrettuale e attuale governatrice del Nuovo Messico Susana Martinez. Aspetto altri suggerimenti. Altre segnalazioni. Spero in senso non polemico ma costruttivo.
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