C’è la redazione Esteri, quella di Economia, o degli Spettacoli, la Politica e la Cronaca. E ora c’è la redazione Marijuana.
Se il mondo è ancora diviso sulla legalizzazione della cannabis, se in tanti Paesi si finisce in prigione per uno spinello, in due Stati americani – Colorado l’anno scorso e Washington quest’anno – la “Mary Jane” è stata totalmente liberalizzata, mentre in altri Stati si può usare a scopi medici. Non ci sono più dubbi che la marijuana stia passo dopo passo conquistando uno spazio legale nella vita degli americani. Ma se esisteva da sempre una cultura alternativa, un sottobosco di informazioni semilegali, chi non abbia questo passato e oggi volesse avvantaggiarsi della possibilità di comprare dell'erba, spesso non sa da dove cominciare. Davanti all’esplodere di un mercato non più sinonimo di crimine o di gioventù trasgressiva, ma traboccante di cittadini rispettabilissimi, sia in Colorado che nello Stato di Washington i media si sono prontamente organizzati per fornire tutte le informazioni e i consigli del caso.
Di certo è il Denver Post che conduce la rivoluzione. Il giornale del Colorado ha creato una vera e propria redazione, La “Cannabist”, e ha nominato un caporedattore, Ricardo Baca, che ha avuto l’incarico di assumere vari collaboratori: “E non stiamo assumendo solo un critico esperto di marijuana, noi copriremo questa storica rivoluzione nel nostro Stato da tutti i punti di vista e ogni volta che fa notizia”. Così prometteva Baca l’anno scorso, e oggi le pagine del Cannabist sono effettivamente di grande interesse, e lo sono anche nella versione sul web .
Quest’anno, lo Stato di Washington ha anch’esso legalizzato l’erba, ed ecco che sull’onda della legalizzazione nasce Marijuana.com, un sito specializzato su tutto ciò che ha a che vedere con la cultura della marijuana, e a dirigerlo è stato chiamato un nome noto nel mondo del giornalismo, Al Olson, già senior editor del canale di notizie finanziarie Cnbc, poi editor delle news di Nbc. Il sito di informazione diretto da Olson è la filiazione di Weedmaps, una fortunata creazione on-line che indica al possibile cliente dove trovare l’erba legalmente, in tutti gli Stati che la concedono, e i suoi prezzi.
E’ vero che da tanto tempo esistevano pubblicazioni alternative che difendevano l’uso della cannabis: il leggendario “High Times” compie 40 anni proprio il prossimo primo settembre. Ma oramai siamo entrati in una diversa atmosfera. I media che vi ho citato qui trattano la marijuana come un normale prodotto legale, e ne esplorano le qualità e i modi di usarlo, dalle ricette in cui includerla, alle bevande, alle versioni liquide per le vapo-sigarette. La famosa attrice Whoopi Goldberg, Oscar nel 1991 per Ghost, scrive un fondo due volte al mese nelle pagine del Cannabist, per spiegare come e quando usa la vape-sigaretta con marijuana per alleviare le emicranie da glaucoma: “Con questo metodo –assicura – posso alleggerire il dolore, senza stordirmi”.
La riprova che la cultura della cannabis non è più relegata negli angoli bui della società la fornisce il fatto che a novembre a Las Vegas ci sarà un grande convegno. Il titolo? “Marijuana Business Conference and Expo”. Guarda caso, uno degli oratori più attesi è Ben Cohen, fondatore della mitica casa di gelati del Vermont “Ben and Jerry”, che nel 1978 ottenne un prestito di 12 mila dollari e con quello lanciò un impero di dolcezze. Andrà a raccontare a tanti “imprenditori in erba” (mi si conceda il gioco di parole) come trasformare una piccola azienda in un business fiorente.
E i diritti di chi è contrario, e non apprezza sentirsi avviluppato da volute di fumo alla marijuana? Beh, non dimentichiamo che questo è il Paese che ha non solo spinto il tabacco per decenni, ma poi ne ha anche limitato l’uso in modo drastico, proprio per rispetto verso chi non fuma. Aspettiamoci quindi presto – proprio là dove è stata liberalizzata - un movimento di opposizione, o di limitazione della Mary Jane.
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