Quest'America
di Anna Guaita

 Buttate il deodorante, aprite le finestre!

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Lunedì 31 Agosto 2015, 18:17
  New York – Torno da una bella vacanza fra i monti Adirondacks, nel nord dello Stato di New York, con una breve puntata oltre confine, nell’amabile Canada. Era mia intenzione raccontarvi quel che ho visto della North Country. I paesini immacolati (e sempre ancora forniti di biblioteche comunali funzionanti). La cortesia della gente. Le valli, i fiumi, i laghi, i monti. E invece l’esperienza di varie notti in diversi motel di varie famose catene mi hanno tanto indignato che voglio raccontarvela. Immaginate di arrivare da un lunga guidata fra i boschi, di esservi fermati a far una passeggiata e un picnic in un bellissimo parco nazionale, fra abeti alti e profumati. Oppure di esservi fermati lungo placidi fiumi, o impetuosi torrenti di montagna. O di esservi stesi su spiaggette che abbracciano laghi calmi e trasparenti. Intorno a voi neanche un minuscolo pezzo di cartaccia. La natura è amica e pulita. Ed eccovi arrivare stanchi in albergo, aprire la porta della vostra stanza ed essere assaliti da un odore penetrante di pino artificiale. Un deodorante usato per “profumare la stanza” aleggia su tutto. Vai per aprire la finestra, e la trovi chiusa, sigillata. Questo mi succede sempre più spesso quando viaggio. E badate: chiamo in anticipo per chiedere che mi venga assegnata una camera in cui almeno in quel giorno non vengano usati prodotti chimici. In molte città e località di villeggiatura negli Usa certi alberghi offrono effettivamente delle “eco friendly rooms”, ma non ce n’erano lungo il percorso che io e mio marito abbiamo fatto. Quindi a ogni fermata prevista, chiamavo la sera prima proprio per evitare di essere soffocata da nauseanti odori chimici, nauseanti soprattutto quando si arriva da un’aria esterna non contaminata, che profuma semplicemente di pulito naturale. Il problema che abbiamo incontrato – e che avevamo incontrato anche in altri viaggi – è il convergere di due fenomeni: finestre sigillate e largo uso di prodotti chimici per pulire e “deodorare”. In vari casi, ho potuto risolvere il problema delle esalazioni chimiche dei prodotti usati per la pulizia ecc semplicemente aprendo le finestre. In un albergo su Mirror Lake nel villaggio di Lake Placid, gli odori sono evaporati in un attimo davanti all’assalto di ventate di aria frizzante e cristallina. Lo stesso è avvenuto a Ottawa, in Canada, dove ben DUE finestre si potevano aprire, creando un po’ di salutare riscontro. In altri alberghi ho dovuto sopportare, e una sera - scesi in un motel che profumava intensissimamente di pino chimico, e vantava finestre sigillate a prova di bomba atomica - sono dovuta scendere a passeggiare nel parcheggio, per ossigenarmi prima di tentare di prender sonno. Ho cercato di scoprire perché le finestre siano sigillate. Mi sono state offerte varie spiegazioni: Economia) costa meno in termini di energia tenere le costruzioni climatizzate senza che i clienti rovinino tutto facendo entrare aria calda d’estate o aria fredda d’inverno. Igiene) l’aria esterna porta con sè particelle inquinanti. Sicurezza) ci sono stati casi di suicidi dai piani alti. Eccetera Inutile dire che trovo queste spiegazioni poco convincenti. Immaginate la mia reazione quando in un motel di soli due piani, la signorina al check-in mi ha spiegato: “Sa, ci sono stati casi di suicidi”. O in un altro motel, quando ho chiesto come mai la stanza puzzasse tanto di chimico, mi hanno spiegato: “Non hanno usato prodotti chimici, solo il deodorante del tappeto”. Non nomino la marca, notissima, ma posso assicurarvi che l’etichetta contiene una lunga lista di prodotti chimici, ideati per “profumare di pulito”. Un pulito così artificiale che lo trovo spiacevolissimo. Ci sono circa 50 mila fra hotel e motel negli Stati Uniti. E i vari siti di viaggio riferiscono che un numero crescente di viaggiatori si lamenta della “scadente qualità dell’aria” che si respira nelle stanze. Qualche concierge mi ha rivelato – sottovoce – che altri clienti si lamentano, ma loro, localmente, non possono far nulla, perché la politica delle finestre sigillate è decisa dai cervelloni al quartier generale della catena. Cervelloni che evidentemente non possono immaginare che in certi luoghi ai clienti possa piacere di più il profumo naturale che viene giù dai boschi veri, che non quello artificiale contenuto in una bomboletta. Ma sono ottimista. Pare che oramai le lamentele per l’aria stantia e artificiale delle camere d’albergo siano nell’ordine di decine di migliaia all’anno. Faccio affidamento sulla competizione e l’informazione: se cercando gli albergh per il nostro viaggio ne avessi trovati che assicuravano “aria naturalmente pulita e finestre che si possono aprire” (come quello di Ottawa), lo avrei scelto immediatamente. E immagino che anche quelle migliaia di viaggiatori che protestano, sarebbero tentati di fare lo stesso. Successe così con il fumo. E oggi gli alberghi non puzzano più di sigaretta.                    
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