Quest'America
di Anna Guaita

 Bene le galline in affitto, ma non baciatele

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Venerdì 9 Ottobre 2015, 22:00
  New York – Alla biblioteca pubblica di New Canaan stanno tenendo delle lezioni sull’allevamento delle galline. Non sono corsi per specialisti, per agricoltori, ma per comuni cittadini che abbiano un backyard e lo spazio di tenere qualche ovaiola per il consumo familiare. Che la biblioteca di una delle più ricche comunità degli Usa, nella contea di Farfield in Connecticut, tenga corsi del genere non deve stupire: la passione del cibo locale è molto forte in tutto il New England, e se ha favorito la rinascita degli orti, ora riporta di moda la vecchia tradizione degli animali da cortile. Ovviamente «cresciuti e mantenuti nel lusso», come ha scherzato BethAnn, una signora, madre di due bambine, che per le sue due galline ha approntato un pollaio che sembra più una casetta delle bambole. La signora ha anche fatto il calcolo che ogni uovo le viene a costare quanto mezza dozzina al supermercato, eppure si dice felice di poter dare alle proprie figlie un uovo fresco, da bere. Adesso, chi volesse cimentarsi con l’allevamento di qualche pollo a casa, può anche fare un esperimento temporaneo: si possono infatti “affittare” delle galline. Ci sono varie affermate organizzazioni negli Usa che hanno oramai filiali in ovunque, le più note sembrano essere“Rent the Chicken” e “Rent the Coop”, cioé “affitta la gallina” o “affitta il pollaio”. In genere funzionano tutte nello stesso modo: ti viene recapitato a casa un piccolo pollaio con due animali (si può scegliere la versione più costosa, con quattro). Le galline sono già nella stagione ovaiola, e cominceranno a deporre uova subito. L’affittuario può decidere di tenersele una volta scaduto l’affitto, rilevando il minipollaio. O può restituirlo e affittarne un nuovo. Sembra che siano numerose le persone che si affezionano agli animali e scelgono di tenerseli: «Peggy e Sue sono diventate animali d’affezione per le bambine - aggiunge la signora BethAnn -. Faranno meno uova, ma siamo contente lo stesso». La moda di allevare qualche gallina nel backyard è cominciata alla chetichella una decina d’anni fa, ed è decollata sull’onda del dilagare del movimento “cibo locale”, sospinta anche dal timore delle malattie e dall’allarme per l’uso di antibiotici negli allevamenti in batteria. E non è una moda solo del ricco New England: dall’Alabama alla California, dal Texas all’Ohio, il pollaio nel cortile torna dappertutto, anche se molti vi diranno che in realtà non era mai scomparso. I corsi per gli allevatori “amatoriali” sono comunque necessari e molto popolari. L’errore più comune infatti è di credere che solo perché avete due polli, avrete subito uova fresche, e comunque sanissime, e che i vostri animali siano puliti e sani. L’errore ha causato un aumento dei casi di salmonella nel Paese. L’anno scorso, 300 persone in 42 Stati si sono beccati la malattia per non essersi lavate le mani dopo aver toccata le loro amate ovaiole. Anzi, peggio: affezionatisi alle galline, molti neo-allevatori spesso se le sono portate in casa quando è venuto il freddo, coccolandole con l’affetto che in genere si da a un gatto o a un cane. Le autorità mediche federali sono dovute intervenire: «Ottimo allevare polli, ma ricordatevi di lavarvi le mani, ed evitate di dar loro bacini».
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