Andrea Andrei
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di Andrea Andrei

Neon, il primo replicante e le profezie di David Bowie

di Andrea Andrei
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Lunedì 13 Gennaio 2020, 13:17
C'è un gustosissimo video, datato 1999, in cui un semieuforico David Bowie espone, durante un'intervista alla Bbc, quelle che sono a suo avviso le potenzialità, ancora in maggior parte inesplorate, del web. Il Duca Bianco, che se ne andava il 10 gennaio del 2016 e che oltre a essere stato uno dei più grandi artisti del secondo Novecento era anche un visionario attratto dalle nuove tecnologie, diceva che avevamo appena intravisto la punta di quell'immenso iceberg chiamato internet. Diceva, Bowie, che la rete avrebbe cambiato le nostre vite, in bene come in male, in un modo inimmaginabile: «Siamo sulla vetta di qualcosa di esilarante e terrificante».

E quando l'intervistatore gli chiedeva «Ma non è solo uno strumento, dopotutto?», lui rispondeva sicuro: «No. È una forma di vita aliena». E aggiungeva, citando un suo celebre brano: «C'è vita su Marte? Sì, ed è appena atterrata qui». C'è da chiedersi come avrebbe commentato, Bowie, la nascita di Neon, una «vera forma di vita digitale», come l'ha chiamata il suo creatore Pranav Mistry, a capo del laboratorio StarLabs di Samsung. Presentato alla fiera Ces di Las Vegas, Neon è un avatar umano che prende le sembianze di chi ha di fronte, ne replica i movimenti e, animato da un'avanzatissima intelligenza artificiale, è in grado di pensare e di provare emozioni. Ci sarà vita sulla Terra?

andrea.andrei@ilmessaggero.it
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