Il britannico, infatti, riesce a salire per la sesta volta sul gradino più alto del podio nelle ultime sette gare e porta il vantaggio in classifica a 19 punti (217 contro i 198 di Nico). Per la Ferrari, numeri alla mano, è notte fonda, ma la sensazione è che non può continuare così e nelle rimanenti nove gare, se la fortuna tornerà amica, qualche soddisfazione arriverà. Vettel e Raikkonen, quinto e sesto al traguardo, in casa del nemico dipingono una performance anonima, mai in lotta per le prime posizioni e questa volta nemmeno mai in battaglia per insidiare le Red Bull, cosa che era puntualmente avvenuta nelle ultime gare quando la SF16-H non era riuscita a salire sul podio. Il bilancio è fallimentare soprattutto rispetto alle aspettative, gli obiettivi imposti erano decisamente troppo elevati.
Pensare di contendere il Mondiale alle Frecce d’Argento si è rivelato un sogno, ma anche conservare il ruolo di seconda forza non è affatto una passeggiata. Con il doppio podio di ieri (Ricciardo ha preceduto Verstappen), infatti, la Red Bull ha messo a segno il sorpasso nella classifica Costruttori (256 punti contro 242) e in quella Piloti i due ferraristi sono schiacciati fra Daniel e Max, quest’ultimo in grande rimonta. Nel GP di Germania, forse per la prima volta quest’anno, non c’è stato nulla da recriminare: nessun incidente, nessuna toccata, nessuna debacle nelle qualifiche che ha compromesso il ritmo di gara. Le due Rosse sono partite in terza fila e in corsa non sono riuscite a tenere il passo delle Mercedes e quello delle Red Bull.
I piloti, soprattutto Vettel, iniziano ad essere abbattuti, quasi scoraggiati. Il tedesco nel suo secondo anno a Maranello era certo di fare meglio delle tre vittorie centrate nel 2015 e lottare per l’iride. È evidente che il Cavallino durante l’anno non è riuscito a migliorare e per questo c’è stato anche il cambio della guida tecnica. Che la fortuna non aiuti, però, è confermato dai distacchi che non sono più imbarazzanti che in passato: Seb è arrivato a 32 secondi da Lewis, ad aprile in Cina aveva chiuso a 37 da Nico passando però secondo sotto la bandiera a scacchi.
Arrivabene, con la solita franchezza, ha ammesso che a Maranello sanno bene quali sono i problemi dell’auto; i piloti, con lo sguardo spento, hanno invece genericamente parlato di mancanza di grip: la vettura scivola e non riesce ad essere veloce. L’impressione, o forse la speranza, è che a Spa e Monza, due piste da leggenda, qualcosa cambierà anche se per coltivare sogni di gloria bisogna iniziare a pensare alla futura stagione. Anche Nico Rosberg sembra andato in crisi, ha sbagliato la seconda partenza di fila scattando dalla pole e questa volta, complice la sua squadra ai box, non è riuscito ad avere la meglio delle Red Bull ormai sempre più in palla.
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