Il nuovo nome identificherà la holding, tutti i marchi resteranno in vita e, a seconda dei casi, verranno rinforzati tenendo presente il loro ingente valore storico e le esigenze della mobilità sostenibile che, attraverso l’elettrificazione, sarà la stella polare dell’auto del futuro. Heritage e il patrimonio storico sono uno dei più grandi valori di brand che iniziarono a produrre vetture già nell’Ottocento (Fiat e Peugeot) e altri che hanno dominato su tutte le piste del mondo già prima dell’ultimo conflitto mondiale (Alfa Romeo e Maserati).
In più, non c’è nessun altro colosso automotive che ha solide basi in due continenti. Proprio questa diversità culturale, automobilistica e non, se sfruttata a dovere, potrebbe essere la vera marcia in più. Stellantis deriva dal verbo latino “stello” che significa essere illuminato di stelle. Il prossimo passo sarà le presentazione del nuovo logo che, insieme al nome, definirà l’identità del Gruppo italo-franco-americano.
«Stellantis trae ispirazione da questo nuovo e ambizioso allineamento di marchi automobilistici leggendari e forti culture aziendali che, unendosi, sono in procinto di creare uno dei nuovi leader nella prossima era della mobilità, preservando al contempo sia il valore eccezionale dell’insieme sia i valori delle singole parti costituenti - spiega il comunicato - unirà la dimensione di un gruppo veramente globale con una straordinaria ampiezza e profondità di talento, know-how e risorse per fornire le soluzioni di mobilità sostenibile dei prossimi decenni. Le origini latine del nome rendono omaggio alla lunga e importante storia delle due società fondatrici mentre l’evocazione dell’astronomia richiama lo spirito di ottimismo, energia e rinnovamento alla base di questa unione che cambierà il settore automotive». La fusione paritetica deve ancora superare l’indagine avviata dall’Antitrust europea nel settore dei veicoli commerciali dove le due società sono leader.
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