Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Il parco automobilistico italiano oltre i dieci anni è il più vecchio d'Europa. Scatta l'allame per ambiente e sicurezza

In Italia c'è il parco veicolistico più vecchio d'Europa
di Giorgio Ursicino
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Lunedì 7 Novembre 2022, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 12:12

Spesso i luoghi comuni non affondano le radici in fatti concreti. In questo caso, invece, il modo di dire è talmente vero da sembrare addirittura riduttivo. Che il parco veicoli tricolore sia uno dei più vasti e anziani d’Europa è cosa nota. Non tutti i giorni, però, si conta il numero di veicoli per vedere come stanno realmente le cose. Nel vecchio continente l’Italia fa parte del gruppo di testa in qualsiasi graduatoria. La grandezza delle sue cifre va paragonata solo a Germania, Francia e Regno Unito che, peraltro, da poco è uscito della UE. All’alba del secondo decennio degli anni duemila il nostro paese è l’apripista continentale per numero di autovetture con un’età a doppia cifra. Un record di cui certamente non si può andare orgogliosi. Da noi ci sono più vetture di oltre dieci anni in circolazione rispetto a paesi che hanno il circolante più corposo e un mercato annuale più grande.

Il che vuol dire che la forbice poco virtuosa con i rivali continua ad allargarsi a dismisura. Non si tratta di un argomento qualsiasi. È legato a doppio filo al tema del secolo che, al di là delle contingenze come la guerra o l’energia impazzita, è considerato da tutti il “tema del secolo”. I veicoli non sono certo i soli colpevoli dell’inquinamento ambientale ma, finché restano termici, vengono coinvolti nel problema. Per non far aumentare la temperatura del globo più di un grado e mezzo in questo secolo, e non subire i dannosi cambiamenti climatici e le loro devastati conseguenze, pare che non c’è altra strada di ridurre le emissioni di CO2. E tenere tante vetuste scatolette in circolazione non aiuta affatto.

Nella Penisola le auto ultra decennali sulla strade sono 23.247.531, ben più della metà del totale. La Germania è staccata 20.357.516 (quasi 3 milioni in meno), mentre le vetture totali sono circa dieci milioni in più (48 milioni contro 39).

La Francia è terza, con 17.611.460 unità (circa sei milioni in meno, il 30%). Segue la Gran Bretagna con 14.910.781, preceduta anche da Polonia e Spagna che hanno un circolante totale di una decina di milioni in meno. Con questi numeri l’aria delle nostre città non può non essere più inquinata. Quando ci porremo il problema? Un tasto molto più infiammato che azzeccare le previsioni (peraltro abbastanza facili) di quando il propulsore elettrico scalzerà definitivamente l’endotermico, mandando definitivamente in pensione (almeno dal punto di vasta della mobilità) i carburanti fossili.

Lo scenario non migliora se si allarga l’obiettivo. Guardando i veicoli commerciali fra gli “over ten year” siamo sempre in testa noi: Italia 2.746.415 esemplari, Francia 2.733.704 (ma il totale Oltralpe è il 50% in più), Regno Unito 2.062.639, Germania addirittura 1.019.188 (un terzo del Belpaese). Molto più ampia la forchetta sui mezzi da lavoro medi e pesanti che hanno un costo più elevato e, probabilmente, l’ammortamento più legato alla contingenza economica: i camion decennali in Italia sono 722.890, in Gran Bretagna 302.838, in Francia 216.727, in Germania 175.311.

Il raffronto è improponibile: più del doppio di UK, quasi quattro volte Parigi, più del quadruplo rispetto a Berlino. Le quantità sono talmente imparagonabili che lasciano pensare come all’estero buona parte dei trasporti di merci non corra su gomma, ma su ferro e vie acquatiche. Per ultimi restano gli autobus ed anche qui vinciamo a mani alzate: la graduatoria dei veicoli oltre dieci anni ci vede trionfatori. Nel nostro paese circolano 66.735 vecchi bus, nel Regno Unito 42.391, in Germania 26.770 in Francia solo 19.566. Un panorama che ci inchioda alle nostre responsabilità alle quali potremmo sottrarci soltanto se affrontassimo con rapidità e convinzione la transizione energetica.
 

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