Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Moto Guzzi, un secolo di passione: il mondo s'inchina per il centenario di un mito italiano

Un sidecar Moto Guzzi alla Milano-Taranto
di Giorgio Ursicino
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Martedì 16 Marzo 2021, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 18:33

Un compleanno speciale. Un anniversario tutto italiano. Eh sì, le bollicine stappate ieri hanno un sapore fortemente tricolore. Perché, oltre a rendere omaggio alla storia centenaria di un’azienda che ha sempre costruito motociclette esclusivamente nel nostro paese, è un’ovazione al made in Italy. A quella tradizione motoristica unica radicata in tutta la Penisola e non solo nella prestigiosa Motor Valley. Un saper fare impareggiabile fra l’arte della manualità e la tecnologia più avanzata che ci invidiano in tutti i continenti. Una leggenda quella della gloriosa Moto Guzzi che ricorda tanto l’eccellenza Ferrari.

Il mito nasce sempre dalle corse e quando la Guzzi dominava sprizzava poesia: 14 Mondiali di Velocità e 11 trionfi al Tourist Trophy, l’università planetaria del talento, del coraggio e pure della follia. Una sfida da cavalieri del rischio, un ring per uomini veri. E la bacheca di trofei riempita dall’azienda dell’aquila luccica ancora sulle sponde del Lago di Como. Una cavalcata portata a termine nella prima parte della sua vita visto che Guzzi lasciò l’arena dei circuiti al massimo livello nel lontano 1957. Senza più tornare indietro. Ma un blasone del genere non sbiadisce mai, come quello del Cavallino. Il piccolo Mandello del Lario è noto in tutto il pianeta per essere il nido del rapace, così come Maranello lo è per la scuderia del puledro rampante.

Altri elementi accomunano i due racconti: restare ancorati alle radici guardando sempre avanti, rimanere fedeli ai propri valori di grande spessore. Con una Moto Guzzi puoi andare ovunque, è una viaggiatrice straordinaria. Ma sa anche essere sportiva, con doti ciclistiche senza pari è un’elettronica che esalta sicurezza e guidabilità. Ci sono solo poche case motociclistiche al mondo che hanno fatto della propria architettura motoristica un’icona in grado di identificare il marchio. Il bicilindrico a V di 90 gradi griffa i gioielli di Mandello da oltre mezzo secolo, dagli anni Sessanta. Un’originalità mai abbandonata. La Moto Guzzi nasce a Genova il 15 marzo di cento anni fa nello studio del notaio Paolo Cassanello. Le attività operative, però, sono sempre state a Mandello del Lario.

A fondarla due ex commilitoni del servizio aereo della Marina molto diversi fra loro. Giorgio Guzzi, che diede il nome all’azienda, e l’armatore ligure Emanuele Vittorio Parodi, un pilota sicuramente in possesso di capitali. I due amici avevano deciso di intraprendere l’avventura qualche anno prima, durante il Primo Conflitto Mondiale. Con loro doveva esserci anche l’aviatore (al pari di Parodi) Giovanni Ravelli. Quest’ultimo non ebbe la gioia di partecipare al battesimo perché perse la vita nell’estate di due anni prima durante un volo di collaudo. L’aquila regina dei cieli, simbolo dall’arma aerea della Regia Marina, fu scelta proprio in onore di Ravelli. I primi capolavori usciti dall’officina furono subito delle grandi maratonete.

Nel 1928, con la Norge GT 500, Giuseppe Guzzi, fratello del fondatore Giorgio, raggiunse il Circolo Polare Artico. Molte opere d’arte della compagnia, almeno negli anni ruggenti, avevano il nome dei volatili: l’Airone 250 del 1939, il Galletto del 1950, che contribuì alla motorizzazione di massa nel dopoguerra. Poi il Cardellino, che fu per dieci anni la moto più venduta d’Europa, e la Lodola 175 del 1956.

Nel 1950 un altro record per l’aquila italiana: fu la prima azienda del settore a realizzare la galleria del vento. Primato prestigioso almeno quanto quello di trent’anni prima: una Guzzi vinse l’affascinante Targa Florio nello stesso anno di fondazione della società, nel 1921.

Grandi furono i progettisti della premiata Casa: da Umberto Todero a Enrico Cantoni, fino all’ingegnere milanese Giulio Cesare Carcano che inventò la Guzzi otto cilindri che raggiungeva i 285 orari. Una tappa rimasta nelle storia della meccanica. Dopo le moto leggere Stornello e Dingo, si sale di cilindrata e di fascino con modelli che adottano l’inconfondibile due cilindri: V7 Special, V7 Sport, la poderosa California e la rabbiosa Le Mans che non aveva certo paura di incrociare il fioretto con le più cattive giapponesi. Il resto è cronaca. Tante due ruote d’autore fra le quali spiccano le contemporanee V7 e V9 nelle versioni Roamer e Bobber. Poi c’è la grande viaggiatrice V85TT, primo esempio al mondo di classic enduro.

Per l’anniversario tutta la gamma Guzzi è offerta in una speciale livrea Centenario prodotta solo quest’anno ed ispirata alla moto da GP “8 cilindri”. Nel tempo l’aquila di Mandello ha accompagnato le principali vicende italiane e la crescita del paese con audaci puntate internazionali. Ha incontrato la gloria anche nelle highway americane. Ha messo le stellette prestando servizio nell’esercito e nelle forze dell’ordine. Ha dato supporto alle pattuglie della Polizia californiana, della municipalità di Berlino e di altre importanti città d’Europa. È stata scelta anche per la scorta, la protezione e le parate del re di Giordania. La cosa di cui va più orgogliosa, però, è di essere la moto ufficiale dei Corazzieri, il corpo d’élite che segue passo passo il nostro Presidente della Repubblica.

Alla fine del 2004 la svolta per il rilancio e per trovare protezione sotto un ombrello più solido. Una seconda giovinezza. Roberto Colaninno, il numero uno del gruppo Piaggio leader europeo delle due ruote, decide di inserirla nella sua galassia. Una ciliegina preziosa sulla torta. «I cento anni di Moto Guzzi rappresentano un momento di grande orgoglio per il Gruppo Piaggio e per tutta l’industria, non solo motociclistica, italiana - ha dichiarato ieri il presidente ed ad di Pontedera - capacità di innovazione, coraggio nel riuscire ad anticipare i tempi, spirito competitivo, amore per il prodotto e attenzione meticolosa alla qualità delle produzioni sono i talenti che Moto Guzzi ha saputo unire negli anni insieme ad un rapporto unico con il suo territorio.

Dal 1921 a oggi, ogni Moto Guzzi che ha percorso le strade del mondo è infatti nata nello stabilimento di Mandello, proprio lì dove la storia ebbe inizio esattamente un secolo fa. E tutto ciò continuerà anche nel suo secondo secolo di vita. Un’eccellenza tutta italiana che ha fatto la storia del nostro paese senza mai invecchiare e che continua a muovere la passione più autentica di migliaia di guzzisti in tutto il mondo». I festeggiamenti avranno il loro culmine dal 9 al 12 settembre alla corte di Mandello dove si svolgeranno le GMG, le “Giornate Mondiali Moto Guzzi”. Ci saranno appassionati provenienti da tutte la latitudini, buona parte dei 25 mila soci dei Club dedicati al brand, 52 dei quali sono solo negli Stati Uniti.

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