Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Maserati, una ripartenza da sogno: una gamma tutta nuova e molto elettrificata

Uno degli ultimi prototipi della Maserati MC20
di Giorgio Ursicino
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Domenica 16 Agosto 2020, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 16:48
La ripartenza. Forse, è meglio dire, la rinascita. Addirittura, in oltre un secolo di storia gloriosa, non è azzardato sostenere che mai c’è stata una Maserati con un network industriale così agguerrito e programmi di prodotto tanto ambiziosi. Il Tridente luminoso è forse la prima grande mossa del nuovo protagonista del mondo dell’auto dopo l’improvvisa scomparsa di Sergio Marchionne che, per un decennio e mezzo, ha guidato con un’abilità fuori dal comune l’auto italiana. In poco più di un anno e mezzo, John Elkann ha fatto vedere di aver imparato molto dalla “grande scuola”. Di sapersi muovere con autorevolezza.

Non solo nella sua vera sfida di giovane capitalista e imprenditore, ma anche in quella di super manager operativo. L’uomo che prende decisioni tattiche, impugnando con fermezza il timone della nave in grado di solcare in sicurezza anche nelle acque agitate del post pandemia. Quando si è trovato “da solo al comando”, il nipote dell’avvocato ha agito senza esitazioni, potendo confidare su un piano industriale svelato pochi mesi prima. Da una parte l’impegnativa ma, tutto sommato, spedita e ottimamente riuscita ricerca del partner.

Dall’altra, contando sull’energia dei brand americani (Jeep e Ram), ha portato avanti la svolta ecologica, rallentando il piano Alfa in attesa della fusione e puntando forte sul futuro della Maserati. Troppo complesso cavalcare il rilancio del Biscione in una fase così delicata e piena di impegni. Una scelta tutta sua e, a quanto pare, parecchio azzeccata. Con chiunque si fosse alleato, il giovane capitano d’industria sapeva benissimo che un marchio molto prestigioso ed esclusivo sarebbe stato ambito per tutti.

Chi meglio di un ex ragazzo cresciuto a pane e Ferrari (ora è presidente del Cavallino) conosce il valore di un brand esclusivo come quello modenese? Nello scenario globale ci sono poche case che possono vantare una tradizione simile e una produzione selezionata. Forse solo la Porsche. Chi riesce a far funzionare un’azienda del genere può sognare un ritorno sul fatturato di oltre il 20% e non del 5% come un ottimo “generalista” (la Maserati è già andata oltre il 15% pochi anni fa). Fatta questa mossa, Elkann, in perfetta sintonia con il ceo del Gruppo Michael Manley, ha scelto l’uomo che doveva realizzare il sogno.

Senza esitazioni è stato incaricato un ingegnere infallibile, in assoluto il più qualificato in Fca e quello che conosceva meglio storia e segreti della Maserati avendola guidata per 10 anni nell’era Marchionne. La carriera del tecnico tedesco Harald Wester parla per lui. Ha iniziato alla Volkswagen, poi si è spostato all’Audi (ha fatto la A2 in alluminio) per approdare alla Ferrari dove si è occupato dello Sviluppo Prodotto. Dopo una breve parentesi alla Magna Steyer, lo sbarco in Fiat (era il 2004 quando Marchionne prendeva il comando) con il ruolo di Direttore Tecnico (CTO), poltrona dalla quale non si è più alzato, anche quando è nata Fca.

A fianco tanti altri incarichi di responsabilità e prestigio, fra cui numero uno di Abarth, Alfa Romeo e, appunto, Maserati. È nel Gec (il comitato operativo più ristretto di Fca) dal 2011 ad ora è Executive Chairman del Tridente e come CTO di Fca è responsabile anche delle attività globali di Powertrain e di Ingegnerizzazione dei Veicoli. Due biglietti da visita presentano Wester: la Giulia e la Stelvio Quadrifoglio, non sono forse riuscite come volevano a contrastare commercialmente i marchi premium tedeschi, ma sono diventate un riferimento oggettivo per tutti dal punto di vista tecnico e delle performance.

Il nuovo corso della Maserati prevede di diventare l’unico brand iconico che miscela lusso ed alte prestazioni del nuovo colosso Fca-Psa, un brand che opera in autonomia e che si è reso finalmente indipendente per l’intero ciclo di produzione, dai motori alla verniciatura, e che ora può avvalersi di quattro impianti produttivi, tutti in Italia. L’idea di Elkann non è male: incassato lo spin off Ferrari, che resta saldamente controllata da Exor ma che ha moltiplicato il valore per dieci, far crescere un altro brand simile all’ombra di Fca.

Il progetto complessivo della casa di via Ciro Menotti in piena Motor Valley verrà svelato all’evento MMXX The Way Forward che era in programma a maggio e che, causa le difficoltà del Covid, è stato spostato a settembre. Un giorno in cui si scopriranno molte cose, alcune delle quali sono già trapelate. I prototipi di pre-serie di modelli opportunamente camuffati sono già in giro sulle strade più provanti della Penisola. Maserati, esattamente come la Ferrari infatti, è nata in pista perché, ancor prima di essere un costruttore, era una scuderia che preparava e faceva correre auto di altre marche.

Il Commendatore portava in circuito le Alfa Romeo; Alfieri Maserati e i suoi fratelli modificavano le Isotta Fraschini. Dalle corse deve ripartire la vera Maserati e, sul calare dell’estate, verrà svelata la MC20 che segnerà il ritorno in campo agonistico. “Maserati Corse 2020” è l’auto della svolta, c’è dentro tutto quanto l’azienda sa fare. Nascerà nella tana del Tridente a Modena, il quartier generale che ospita la fabbrica da oltre ottant’anni magistralmente ammodernata.

Lì ci sono tutte le attività di ricerca, sviluppo, ingegnerizzazione e l’Innovation Lab, uno dei laboratori di collaudo più avanzati del mondo, in grado di far realizzare un prodotto migliore, risparmiando tempo e denaro con il simulatore statico e quello dinamico. La MC20 sarà un’auto estrema, una sportiva pura che avrà un nuovo cuore in posizione centrale. Sarà un tre litri V6 tutto Maserati che si chiamerà Nettuno con 630 cv si proporrà come stato dell’arte delle supercar della categoria. La MC20 sarà anche “full eletric” con prestazioni mai viste in precedenza.

A Modena studiano questo tipo di motorizzazione da prima degli altri, molto prima di quanto si creda. Il 15 luglio verrà svelata la nuova tecnologia hybrid plug-in, applicata sulla Ghibli e poi estesa agli altri modelli della gamma (Quattroporte e Levante). L’auto uscirà da una delle basi del polo torinese, l’impianto Gianni Agnelli di Grugliasco ex Bertone che, al pari di via Ciro Menotti, realizza solo auto del brand. Con un investimento di 800 milioni è stata invece preparata una parte dello stabilimento torinese di Mirafiori per realizzare le nuove GranTurismo e GranCabrio che, udite udite, saranno al 100% a batterie.

Lo storico impianto della Fiat sarà uno stabilimento di riferimento per l’elettrificazione (produce anche la Nuova 500 “zero emission”). Altra mossa sarà l’inserimento nell’apparato industriale dell’impianto di Cassino, finora riservato all’Alfa Romeo: altri 800 milioni di investimento per realizzare un Suv più compatto del Levante che inizierà ad essere prodotto all’inizio del prossimo anno. Il lockdown è stato un periodo ricco di celebrazioni. Uno dei prototipi della MC20 è stato dedicato a Stirling Moss, il campione della Maserati recentemente scomparso. Il 13 maggio 1956 il fenomeno inglese con la 250F del Tridente dominò i 100 giri del GP di Monaco a Montecarlo percorrendoli tutti in testa; lo stesso anno il suddito di Sua Maestà vinse anche il GP d’Italia a Monza. Nel ‘57 il titolo finì a Manuel Fangio proprio con la Maserati 250 F e Moss fu vice campione come altre 3 volte (e 3 volte è arrivato terzo).

Tempi eroici. Il 23 maggio del 1940 Luigi Villoresi trionfò alla Targa Florio con la 4CL (un gioiello che vinse l’ultima gara prima della Guerra ma che seppe imporsi anche dopo il conflitto) consegnando il 4° successo di fila alla Maserati. Anni d’oro quelli in cui la casa che si era trasferita da Bologna a Modena vinceva tutto: a fine Maggio del 1939 e del 1940 la Maserati con la 8CTF conquistò con Warren Wilbur Shaw la 500 Miglia di Indianapolis (l’anno dopo il tris sfuggì per una foratura).

L’amore di Elkann per la Maserati ha radici profonde. È armatore, timoniere e tailer della barca il cui skipper è Giovanni Soldini, prima un monoscafo ora un trimarano griffato, appunto, Maserati, nell’ultima uscita con la MC20 sulla randa. Elkann, che ha ereditato (fra le altre cose) la passione per la vela dal nonno, regata col navigatore milanese da oltre un decennio ed all’inizio dell’anno è anche arrivato 2° alla transoceanica Cape2Rio dal Sudafrica al Brasile.
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