MilleRuote
di Giorgio Ursicino

La mitica Aston Martin accelera, c'è un forte tocco italiano

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Giovedì 25 Febbraio 2016, 03:53 - Ultimo aggiornamento: 03:54
L’Aston Martin accende i motori e si prepara a dare un’accelerata vigorosa. La prestigiosa casa britannica sulla quale sventola anche la bandiera tricolore ha annunciato importanti investimenti e martedì prossimo al salone di Ginevra svelerà il primo modello completamente inedito della nuova era, una gran turismo attesa dagli appassionati di tutto il mondo che nasce partendo da un foglio bianco. La DB11 avrà architettura e powertrain griffati Aston Martin e il suono del V12 biturbo made in Gaydon che già si può ascoltare sul sito ha fatto impennare i click.

L’elegante bolide ricco di fascino inglese sarà fra qualche anno affiancato da un Suv sportivo prodotto in un nuovo impianto in Galles nel quale verranno investiti 200 milioni di sterline e che darà lavoro a 750 nuovi dipendenti ai quali se ne aggiungeranno altri 250 a Gaydon. Con l’indotto l’occupazione nel Regno Unito crescerà di circa 4mila unità. «Abbiamo valutato 20 siti in continenti diversi, ma non abbiamo mai avuto dubbi che la nuova Aston Martin sarebbe stata prodotta in Gran Bretagna - ha dichiarato Andrea Bonomi, presidente Investindustrial, il principale azionista della gloriosa casa - l’annuncio è coerente con quello che ci si può aspettare da un brand ricco di tradizione e fortemente british, sostenuto dalla passione di clienti con una fedeltà unica.

Il posto scelto a St Athan ha una storia fantastica, 360 mila mq attualmente in uso dal ministero della Difesa con tre aviorimesse che verranno profondamente ristrutturate. Abbiamo lavorato in silenzio per 4 anni, ora siamo pronti per far partire il futuro: arriveranno diversi prodotti uno dietro l’altro. Le Aston Martin hanno una personalità forte, il modello svelato a Ginevra avrà legami con la prima auto dell’azienda nata oltre cento anni fa». Anche il premier inglese David Cameron ha esternato la sua soddisfazione: «Aston Martin è un’eccellenza britannica, la decisione di investire qui testimonia la fiducia nella nostra economia».
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