Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Imola, la marea Rossa: tutti a spingere la Ferrari e Leclerc in fuga per il Mondiale

Charles Leclerc
di Giorgio Ursicino
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Martedì 12 Aprile 2022, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 14:22

Arrivare ad un Gp italiano in testa alla classifica del Mondiale. E, aspetto ancor più importante, con quella che finora ha dimostrato di essere la macchina migliore. Con una superiorità, nel complesso, granitica. Era tempo che non accadeva. Domenica 24, è facile prevederlo, Imola sarà tutta rossa. Già il venerdì, per le prove libere, all’autodromo del Santerno intitolato ad Enzo e Dino Ferrari, i tifosi della nazionale dei motori confluiranno da tutta Italia nel cuore della Motor Valley, la pista casalinga dell’azienda di Maranello. L’obiettivo è uno solo: sostenere e spingere il predestinato che al momento domina la graduatoria iridata e festeggiare senza freni una doppietta domenica. È troppo? È il massimo. Un risultato, però, sul quale pochi scommetterebbero contro. Eh sì, il Cavallino è partito alla grande e ad ogni corsa ha rafforzato la sua credibilità fino al capolavoro di Melbourne.

Una gara che, con il senno di poi, era impossibile perdere, dominata dall’inizio alla fine con una nonchalance disarmante. Inutile chiedere il conforto di Mattia Binotto. Il team principal si attiene allo schema preordinato: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. L’esperienza conta, le ferite di due anni nell’anonimato, chiudendo addirittura il 2020 al sesto posto fra i Costruttori, ancora bruciano. Anche il presidente John Elkann e il Ceo Benedetto Vigna non hanno proferito parola di fronte a tanta eccellenza. Se si vuole aprire un nuova era come quella di Schumi quello che sta accadendo deve essere la “normalità”. Sono ben altri i traguardi per i quali brindare. A riportare l’atmosfera ad una situazione reale, ci pensa Charles, che dice sempre quello che pensa.

E se lo invitano a non esagerare con le parole, dimostra come stanno le cose con i fatti. Se i tecnici preferivano vincere mantenendo nascosto l’enorme potenziale della macchina, il ragazzaccio ha incrinato la tattica. È o non è un puledro di razza? Almeno da questo punto di vista è esagerato chiedergli di comportarsi come Hamilton: dice sempre la verità, facendoti capire quello che vuole. In Australia il Cavallino ha galoppato su un altro pianeta, specialmente la coppia bestia-principino vive un feeling enorme che sfocia in un autentico stato di grazia. Il tandem non ha mostrato punti deboli, almeno agli antipodi è stato perfetto. Velocissima, affidabile, equilibrata, facile da mettere a punto, dolce con gli pneumatici, con una power unit tornata, almeno, ai livelli dei migliori. Sembra il sogno segreto di tutti i progettisti.

Charles ha fatto il resto. Confermato che il sistema di partenza funziona, si è involato appena si è spento il semaforo. Eppure al suo fianco c’era il campione del mondo, noto a tutti per la sua ferocia e la sua infallibilità. Ma se c’è qualcuno che quando sale in macchina non ha paura neanche del diavolo quello è “faccia d’angelo”. Che la F1-75 fosse più veloce si era intuito. La pole di Leclerc con quasi tre decimi di margine non era un miracolo, solo una prestazione maiuscola come sa fare lui. In gara il margine si è amplificato, merito soprattutto dell’amore con le Pirelli che sulla Rossa non hanno sofferto di “graining” che invece ha penalizzato le Red Bull nel corso degli stint. Anche la velocità di punta, a parità di ali, è apparsa più che adeguata e nella ripartenza dopo la safety car Charles è riuscito a tenere dietro Max nonostante un’accelerazione non impeccabile.

Ma Mattia, giustamente, non si fida e richiama tutti all’ordine, anche gli esterni alla squadra. Il Campionato, questo non si può negare, ha preso la giusta piega, il predestinato ha molto più di una gara di vantaggio sui rivali più vicini e, fra questi, non c’è ne Verstappen ne Hamilton, gli unici due avversari che il titolo l’hanno già vinto e quindi sanno come si fa. Il più vicino e George Russell, il predestinato britannico che gli inglesi hanno già designato come erede di Lewis. Bisogna fare attenzione perché, se la Mercedes risorgesse (e non si può affatto escludere), il giovane George potrebbe essere un avversario tostissimo: tre gare sempre a punti, il risultato peggiore è quinto posto ed ha guidato come un veterano precedendo in due occasione il Re Nero con una Freccia come la sua.