Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Il Circus scarica Michael Masi: «Cose mai viste. Una corrida senza regole»

Il direttore di corsa Michael Masi è finito sulla graticola
di Giorgio Ursicino
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Martedì 14 Dicembre 2021, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 14:56

Veramente un peccato. Il duello più appassionate e spettacolare della storia del motosport va momentaneamente in archivio con un pizzico di amaro in bocca. E non potrebbe essere diversamente. Dal caos, creato un po’ ad arte da una direzione corsa quanto meno dilettantesca, è uscito vincitore Max. Onore a Verstappen, ci mancherebbe. Il bambino che vola, in ogni caso, non avrebbe rubato nulla neanche se fosse stato trovato con la pistola fumante in mano. Il tulipano in fiore è senza dubbio duro come il granito, plasmato dal papà Jos a pannolini e kart. Ma è anche un “limpido” dal cuore d’oro. Coriaceo così come sembra, pronto ad affrontare qualsiasi sfida con ardore, senza mai alzare il gas. I complimenti più graditi e forse inaspettati sono arrivati proprio dall’Imperatore britannico che, a caldo, ha riconosciuto lo smisurato talento del baby prodigio.

Un gesto istintivo o forse “studiato”, ma l’angolazione non fa certo differenza. Il Re Nero non si è fatto trovare impreparato, avrà simulato decine di volte un finale del genere in mondovisione. Il gesto, però, resta in ogni caso sublime. Un messaggio che buca per le nuove generazioni che hanno scoperto il piacere di perdere per incassare tanti consensi. Fin qui lo sport ha trionfato dopo una stagione al cardiopalma con i due eroi che hanno rischiato anche la vita senza farlo troppo notare. Sempre per “abbracciare” il rivale. Max è finito contro le barriere a Silverstone a 300 all’ora, digerendo una decelerazione oltre 60 g. Ed ha restituito il regalo a Lewis passeggiandogli sul casco a Monza. Roba mai vista, ma parole sempre misurate.

Ora, però, potrebbe aprirsi un’altra fase, molto meno romantica, ma prevista non solo nello sport. I reclami della Mercedes sono stati respinti dal collegio dei commissari di Abu Dabhi e non poteva essere altrimenti visto che erano in qualche modo complici di decisioni tanto scellerate. E poi c’è un regolamento troppo complicato e fuori moda che rende del tutto inutili tanti articoli. Una postilla, infatti, trasforma il direttore di corsa nel più potente degli sceriffi. Non applica la legge, ma la fa. La casa di Stoccarda, come è suo sacrosanto diritto, ha depositato la richiesta di decidere se appellarsi agli organi superiori della Fia ed ora avrà 96 ore di tempo per scegliere se andare avanti.

Una decisione non facile che andrà oltre la rabbia di Toto Wolff ed approderà nelle stanze dei consiglieri di amministrazione a Stoccarda che, insieme al ceo del gruppo tedesco Ola Källenius, avranno l’ultima parola sul da farsi.

È una decisione fra sopraffini legali ed esperti di marketing, perché la Mercedes è coinvolta fino all’osso in F1 e tutto vuole meno che screditare l’organizzazione in grado di dargli tanta gloria. Il danno minore, in altre parole, sarebbe incassare la sconfitta di Hamilton e, come ha suggerito Lewis, pensare al 2022. Vedremo. Certo, nessuno potrà giustificare quello che è accaduto con il povero Michael Masi spinto nel pallone dal ruolo di decidere in autonomia quello che dovrebbe essere codificato. Tutto quello che si poteva sbagliare è stato fatto, mettendo in imbarazzo anche i formidabili duellanti. Sia chi ha perso, ma pure chi ha vinto.

Su questo si è espresso unanime tutto il paddock, con in testa gli ex campioni di F1 Vettel e Alonso. Si sono trovati d’accordo vecchie volpi di oltre 40 anni e giovani sbarbatelli tutta grinta e velocità. Une cosa del genere non si era mai vista. Ed i piloti hanno rischiato di mandare in tilt le comunicazioni con i box per chiedere spiegazioni su cosa stesse accadendo. Un nuovo regolamento veniva plasmato per l’abbisogna, i più maligni dicono per aumentare l’audience televisivo. Masi si difende come può, dicendo che «c’era un accordo unanime a finire l’ultima gara correndo». Follia.

Una competizione tanto sacra, che ha scritto una pagina di leggenda, doveva essere trattata con maggior rispetto e non trasformata in una corrida priva di senso, mettendo due monumenti a combattere una lotta impari, con mezzi in condizione nemmeno paragonabile. Lo spettacolo, non può avere il sopravvento sullo sport. Sarebbe meglio per tutti mettere un punto, ma intervenendo in fretta nella governance affinché certe scene non si ripetano più.

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