Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Hamilton nella leggenda: eguaglia Schumi a 91 vittorie e si prepara a scrivere altri record

Lewis Hamilton e Michael Schumacher
di Giorgio Ursicino
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Lunedì 12 Ottobre 2020, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 12:54

A Una regia perfetta. Un modo unico per mettere sullo stesso piano i due più grandi campioni della storia dell’automobilismo. Da ieri Michael Schumacher e Lewis Hamilton sono appaiati a quota 91 gran premi vinti ed hanno lasciato ad una distanza siderale tutti gli altri rivali. L’inglese è ancora giovane e forte, nel pieno della sua maturità agonistica, e ora andrà in fuga, stabilendo altri record che difficilmente verranno battuti. Il Re nero presto diventerà l’unico driver di F1 a centrare un numero di pole position e di vittorie a tre cifre. Inoltre, ha la possibilità concreta di mettere nella sua bacheca otto corone iridate, una in più del fenomeno tedesco.

Per la settima è ormai questione di giorni (ha 260 punti contro i 161 di Valterri), ma il suddito di Sua Maestà ha messo una pesante ipoteca anche sull’ottava visto che il prossimo anno si correrà più o meno con le stesse macchine e la Freccia Nera di Lewis ha un vantaggio imbarazzante sugli avversari. Verstappen e la Honda, che nel 2022 abbandonerà il Circus, permettendo. L’evento epocale è avvenuto, un po’ per caso un po’ no, al Nurburgring, la pista di casa di Schumi.

Davanti ai tifosi di Michael e a quelli della Mercedes che sta concretizzando il più lungo periodo di dominio in F1: nell’anno della pandemia arriverà il settimo titolo mondiale consecutivo Piloti e Costruttori, mai nessuno era riuscito in un’impresa del genere in 70 anni di storia della velocità. Il copione della giornata è stato magistrale, l’infallibile ha vinto a modo suo, giocando come il gatto e col topo con i rivali. Il suo compagno Bottas, che aveva graffiato in qualifica e scattava dalla pole, ci ha messo poco a sciogliersi, piegato sotto i colpi devastanti del britannico.

Prima ha perso due o tre posizioni per un errore di guida, poi è stato tradito da un propulsore appena montato che non si rompe mai. Per chiunque sarebbe stata una corsa con il cuore in gola di fronte ad un match point del genere che farebbe venire il “braccino” anche a Federer. Per Hamilton, invece, è stato pane per i suoi denti, stabilire una serie di giri veloci con tanto di record del tracciato avendo alle spalle un ragazzo che non molla mai come super Max.

Dopo il traguardo l’apoteosi.

L’immenso è stato avvicinato da Mick, il figlio di Michael, che gli ha regalato il casco di papà. Lewis, con venerazione e senza manifestazioni trionfalistiche, si è inchinato davanti a quel cimelio tenendolo stretto e portandolo con se anche sul podio. Hamilton, probabilmente si è seduto sul trono della Formula 1 di tutti i tempi. A dimostrare la sua forza non solo la velocità, il talento, i trionfi, ha scritto pagine uniche nella legenda del motorsport. Ha dipinto da solo il personaggio incomparabile, discreto, modesto. Mai polemico. Un fenomeno che vive a 300 all’ora nella sua dimensione naturale, senza sbagliare mai.

È il driver più ricco di tutti i tempi, ma lo sarebbe ancora di più se si fosse fatto dare i soldi risparmiati dal carrozziere. Mai un incidente, mai un graffio alla livrea della Stella: gli altri fanno a ruotate, lui sembra correre in una bolla magica. È tanto preciso che quasi non sembra un guerriero, ma nessuno vorrebbe incrociare la spada con lui. Mettiamo nero su bianco qualche esempio della sua concretezza sconfinata: negli ultimi 80 gran premi (qualcosa come 4 stagioni consecutive) e arrivato sempre a punti escluso in Austria nel 2018 quando la sua power unit lo tradì dimostrando di non venire da un mondo alieno.

La corsa è stata senza storia. Lewis, a due terzi di gara, prima che entrasse la safety car, aveva già doppiato le due Ferrari e quasi tutti gli altri escluso Verstappen, silenzioso e audace come un killer. Sul podio è tornata la Renault con Ricciardo dopo parecchio tempo e al box c’era il numero uno della casa francese, l’italiano Luca De Meo, che dimostra come il team sia impegnato verso la riconquista delle posizioni che contano.

Quarto Perez che non ha ancora un volante per il 2021 davanti al futuro ferrarista Carlos Sainz ancora una volta davanti alle Rosse. Gasly, con il gioiello di Faenza motorizzato Honda, ha preceduto la Ferrari di Leclerc molto più palla in prova che in gara. Charles ha lottato per precedere la Racing Point di Hulkenberg che è partito ultimo dopo essere arrivato al circuito solo sabato ad ora di pranzo per sostituire Stroll. Un punticino anche a Giovinazzi, ma ben 5 auto non hanno visto il traguardo.

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