Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Giaguaro fa scintille: dal 2025 tutte le Jaguar in vendita saranno zero emission

La Jaguar I-Pace in ricarica
di Giorgio Ursicino
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Venerdì 19 Marzo 2021, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 08:48

Un Giaguaro abituato a vincere. E, chi vive nella giungla, è scontato che abbia un grande amore per la natura e per l’ambiente. Anche se la sua storia gloriosa risale a prima della Guerra, la Jaguar tirò fuori gli artigli solo negli anni Cinquanta. Per un brand nato costruendo auto sportive, non male dominare 5 volte la 24 Ore di Le Mans in soli 7 anni (dal 1951 al 1957) battendo avversari di assoluto valore come la Ferrari, la Mercedes e l’Aston Martin. Un’epopea poi in parte ripetuta alla fine degli anni Ottanta con una prestigiosa doppietta piegando la Porsche, la Nissan e la Toyota. Ma Jaguar è anche stato il primo costruttore “storico” a realizzare una vettura elettrica nel terzo millennio con autonomia adeguata e performance graffianti.

Il Suv I-Pace, anche per l’anticipo, ha vinto l’ambito premio di Auto dell’Anno. Almeno su strada, invece, non avremo il piacere di vedere le nuova ammiraglia XJ a batterie sulla quale la casa di Coventry stava lavorando da anni e che, ancora una volta, sarebbe arrivata prima delle super berline di Audi, Mercedes e Bmw. Bolloré, il nuovo ceo, l’ha bocciata. Suvvia, Thierry non è certo “cattivo”. Probabilmente non era in linea con la nuove strategie del brand. Certo, la decisione rimarrà nella storia dell’auto. I commentatori più fini hanno già paragonato lo stop all’affondamento della corazzata Arizona colata a picco alla fine del 1941 nelle acque amiche della baia di Pearl Harbour sotto i colpi di un nemico non dichiarato.

Un’azione scellerata. Sia come sia, Jaguar cambia rotta e punta proprio sugli elettroni: dal 2025 produrrà solo vetture a batterie anche se non è stato specificato di che tipo. Sportivissime come la radici del marchio? O lussuose berline come appunto la XJ? O Suv e crossover che sembrano ormai indispensabili? Vedremo.

Per il momento si è messa sullo stesso piano della rivoluzionaria Tesla, della nuova Alpine di De Meo e della Polestar, la casa del gruppo Volvo fortemente voluta dal geniale cinese Li Shufu, proprietario di Geely che controlla la casa svedese. Non sarà facile spiegare agli appassionati del Giaguaro, fra i più fedeli all’heritage, che cilindri e pistoni presto resteranno solo un ricordo. Così come il suono melodioso della meccanica raffinata british interpretata anche con motori V12.

Ma i tempi cambiano e il manager francese, senz’altro audace, potrebbe avere ragione vista la superiorità da tutti i punti di vista (non solo da quello ecologico) del propulsore ad induzione. Bolloré ha detto che le Jaguar avranno una piattaforma dedicata. Senz’altro una scelta di alto livello che le differenzierà di più dalle cugine Land Rover che hanno tutto un altro spirito, amano l’avventura, anche di lusso, ma sempre estrema. Probabilmente, con la nuova mobilità, non sarà più il caso di realizzare modelli quasi speculari dei due brand per performance e dimensioni.

E le Jaguar attuali sono ottime vetture che non sono ancora state apprezzate quanto meriterebbero. Ma è tardi per piangere sul latte versato, bisogna voltare pagina. Auto tutte zero emission, elettriche, senza tubo di scarico. Non è affatto detto, però, che saranno tutte a batterie. JLR ha annunciato che sta sviluppando la tecnologia fuel cell che permetterà di utilizzare come vettore energetico il sempre più emergente idrogeno verde. I primi prototipi saranno sulle strade inglesi già quest’anno.

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