Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

Ferrari, un inventore sale al comando: sfida per rimanere al top anche nell'era della mobilità sostenibile

Il nuovo ceo di Maranello Benedetto Vigna
di Giorgio Ursicino
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Giovedì 10 Giugno 2021, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 10:59

Alla guida della Ferrari arriva un fisico nucleare. Ieri il cda di Maranello ha chiamato Benedetto Vigna quale nuovo ceo della società. Salirà in sella al Cavallino all’inizio di settembre, prendendo il posto di Louis Camilleri che si era improvvisamente dimesso lo scorso 10 dicembre per «motivi personali». In questo semestre l’icona della Motor Valley è stata guidata ad interim dal presidente John Ekann che, tramite Exor, è anche il rappresentante del primo azionista. Poltrona prestigiosa e ambita quella di ad, ma anche molto calda in questa fase. La sfida nel modenese è di rimanere in cima all’Everest in una fase di profondi cambiamenti tecnologici che possono coinvolgere anche fortini apparentemente inespugnabili come l’eccellenza meccanica e il lusso. Va detto che l’azienda di Maranello veleggia in acque dorate a Piazza Affari e a Wall Street con una capitalizzazione di oltre 30 miliardi, record per una casa automobilistica che produce “solo” diecimila auto l’anno.

Anche un gioiello del genere deve però affrontare lo “scoglio-opportunità” della transizione energetica che porterà l’approdo alla mobilità sostenibile. Chi è sul trono per restarci deve affrontare una sfida più impegnativa dei rivali nel momento in cui tutto cambia. Mai come in questo periodo sono nati tanti brand di supercar o hypercar, proponendo auto con migliaia di cavalli e motori silenziosi. In questa fase è fondamentale mantenere la barra dritta, scaglionando le trasformazioni con abilità. Non troppo rapide, ma senza mai esitare nella strada dell’innovazione. Di questo nei prossimi anni si occuperà Vigna e la sua nomina è molto più di una road map. Gli studi, la carriera e le competenze del manager di origini lucane sono più di una garanzia che il percorso verso il progresso sarà rapido e vincente perché la Ferrari vuole essere leader e all’avanguardia anche nell’era delle auto elettrificate, connesse e intelligenti. Vigna ha origini di scienziato prima che di dirigente d’azienda.

Nasce a Pietrapertosa nel 1969 e nel 1993 si laurea in fisica subnucleare alla prestigiosa Università di Pisa. Meno di due anni dopo, appena ventiseienne, entra nella allora star up StMicroelectronics, società italo-francese di componenti elettronici e semiconduttori nella quale ha scalato quasi tutte le posizioni di vertice.

Attualmente guidava la divisione Gruppo Analogici, MEMS (Micro-electromechanical Systems) e Sensori che è la più importante del gruppo. Lo scorso anno questa entità ha rappresentato il 38% del fatturato e il 61% del risultato operativo dell’intera società. Prima di guidare gli uomini metteva in riga i sensori, anche quelli utilizzati nel mondo dell’auto con cui ha avuto frequenti contatti. Sembra sia stato proprio lui ad “inventare” il sensore di movimento tridimensionale, fedele compagno degli smartphone. Un componente che nel corso degli anni ha contribuito a ridurre di dimensioni, peso e costi. Ha realizzato più di cento brevetti guadagnandosi la candidatura al premio di “inventore europeo”.

Certo, Vigna non è una stella sui mercati finanziari e non ha nemmeno competenze dirette nel settore del lusso. Il cda sembra che in questa fase abbia ritenuto più importante per l’uomo al timone la scioltezza con cui si muove nel pianeta dell’elettronica. Dall’altra parte, dopo un cauto riserbo mentre gli ingegneri lavoravano, recentemente il presidente Elkann ha rotto gli indugi annunciando entro il 2025 l’esordio di un Cavallino tutto a batterie. E un puledro del genere deve essere coccolato proprio iniziando dal numero uno operativo che, meglio di qualsiasi altro, conosce cosa bisogna mettere su un oggetto tanto avanzato. Il presidente recentemente aveva dato qualche indizio sul profilo del futuro ceo: «Sarà uno che conosce la tecnologia...».

Si setacciavano gli ingegneri nel campo dell’automotive, ma nessuno pensava ad un fisico di professione inventore. Elkann, si sa, è molto attivo sul mercato americano (non solo perché è il presidente di Stellantis che controlla il Chrysler Group e la Jeep) ed ha voluto puntare sul filone magico degli inventori in stile Silicon Valley che hanno in Elon Musk di Tesla e SpaceX il guru più rappresentativo. Che si contenda con Jeff Bezos di Amazon lo scettro di uomo più ricco della Terra è soltanto un caso. In borsa a Milano l’azione non è andata bene, chiudendo a 174,8 euro (-2,6%), ma i principali analisti hanno dato un giudizio positivo. «È un onore straordinario entrare a far parte della Ferrari - ha dichiarato il nuovo ceo - e lo faccio in egual misura con entusiasmo e responsabilità».

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