MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Ferrari in ripresa, ma le Frecce d'Argento restano lontane

4 Minuti di Lettura
Sabato 10 Settembre 2016, 09:30
Il gran premio più veloce dell’anno, poco più di un’ora e un quarto alla folle media di oltre 237 chilometri orari, è durate appena un lampo. Davanti ai tifosi entusiasti, in un Parco colorato di rosso, le Ferrari ci hanno provato con grinta e determinazione per tutti i 650 metri che separano la linea di partenza dall’imbocco della prima chicane a sfruttare al meglio le loro gomme supersoft per superare entrambe le Frecce d’Argento e prendere la testa della gara. Pure fosse accaduto, sarebbe servito a ben poco. Troppo forti le Mercedes anche nel tempio della velocità per tentare di contrastarle impedendogli di mettere a segno l’ennesima doppietta.

L’unico dubbio del pomeriggio, cioè se a sorridere sarebbe stato Hamilton o Rosberg, si era risolto molto prima, in una frazione di secondo quando si è spento il semaforo. Il favoritissimo Lewis, che scattava dalla pole conquistata con un giro stratosferico, non riusciva a avviarsi come si deve e, alla prima staccata, si è ritrovato con ben quattro macchine fra la sua Stella e quella del compagno. In quell’attimo è finita la corsa: Nico ha avuto la certezza di averla vinta, Lewis la consapevolezza che non c’era più nulla da fare per eguagliare il record di Fangio dei tre trionfi di fila nel GP d’Italia e festeggiare la cinquantesima vittoria della sua ormai gloriosa carriera sul podio più bello e ambito dell’intero Campionato.

La dea bendata, in questa occasione, ha premiato il tedesco che brinda per la prima volta a Monza, centra la settima vittoria del 2016 (una in più del compagno) e risale ancora in classifica dopo il successo di una settimana fa in Belgio portandosi ad appena due punti dall’inglese (250 a 248) quando mancano ancora 7 gare alla fine della battaglia. La Ferrari ha fatto una gara gagliarda, il massimo che era alla sua portata e il pubblico ha capito e apprezzato. I piloti non hanno fatto errori e le Rosse hanno quasi passeggiato nel “gran premio degli altri”, conquistando la terza e la quarta posizione sotto la bandiera a scacchi senza mai lasciarsi impensierire dalle Red Bull causa di tante delusioni nel pieno dell’estate e nemmeno dalla Williams di Bottas che, su un tracciato di potenza e alta velocità, ha dato segnali di risveglio.

Quinto è finito il mezzo italiano Ricciardo che, come aveva fatto a Spa, si è messo alle spalle il giovane e rampantissimo compagno di banco Verstappen difendendo momentaneamente il terzo posto nella classifica piloti dalla rimonta di Vettel che è tornato sul podio dopo un digiuno di 5 gare, il più lungo della sua carriera. Davanti ai tifosi amici, il team guidato da Maurizio Arrivabene (il presidente Marchionne all’inteno dei box non ha staccato per un attimo gli occhi dai display) ha rimesso la chiesa al centro del villaggio, cioè si è ripresa in pista (almeno su questo tracciato) il ruolo di “seconda forza”. Nulla da fare invece contro le Frecce, mai tanto infallibili come quest’anno: se Nico e Lewis non si fossero presi a ruotate in Spagna le monoposto tedesche avrebbero dominato tutte le 14 tappe del tour finora disputate.

Alla fine il distacco dei ragazzi del Cavallino è stato onorevole (Seb ha chiuso ad una ventina di secondi da Nico), ma la superiorità delle Mercedes è stata assoluta. A differenza di quanto accaduto a Spa, e come era stato tentato anche in altre circostanze, il muretto di Maranello ha cercato una strategia diversa rispetto agli invincibili rivali ma, in maniera più evidente che in Canada, è apparso subito chiaro che era inutile. Le astronavi tedesche avevano in canna una sosta in meno (cioè un solo stop) e, se fosse servito, erano anche più rapide sul passo: per batterle dovevano rompersi o scontrarsi fra loro.

Nei primi giri Nico ha allungato nonostante avesse le soft e le SF15-H le supersoft, nel finale non perdeva nulla pur se montava le medie rispetto alle soft dei rivali. Hamilton quando è riuscito a salire in seconda posizione (bello il sorpasso su Bottas) ha pure provato a riagguantare Rosberg, ma i 15 secondi di ritardo accumulato lo hanno fatto presto desistere e nell’ultima parte i due hanno passeggiato. Le emozioni più forti sono arrivate quando si sono spenti i motori: Nico era al settimo cielo ed ha aizzato la folla dichiarando di sentirsi parecchio italiano, Seb ha ritrovato il sorriso per il secondo podio consecutivo a Monza vestito di rosso.

Un buon risultato che certo non può bastare. Fra 15 giorni si corre a Singapore dove nel 2015 il Cavallino fece faville e ci sarà la prova del nove nei confronti della Red Bull, ma i riflettori sono ormai puntati al 2017 quando, con bolidi tutti nuovi, gli obiettivi di Maranello dovranno di nuovo essere ritarati verso l’alto. La Mercedes resta lo spettro ma, con lo sviluppo del propulsore Renault, la Red Bull potrebbe diventare ancora più insidiosa e magari bisognerà fare i conti anche con la McLaren-Honda che dà sempre più la sensazione di essere quasi pronta per tornare a graffiare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA