Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

Fca-Psa, inchiesta dell'antitrust europea sui commerciali. Ma la fusione procede spedita

La sede della Fca a Detroit
di Giorgio Ursicino
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Sabato 20 Giugno 2020, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 12:47
L’Unione Europea accende i riflettori, vuole vederci chiaro nelle future nozze fra Fca e Psa. Una procedura dovuta quando si fondono due case automobilistiche che fanno nascere il quarto costruttore automotive del mondo. Un gigante che, soprattutto nel vecchio continente e in alcuni settori di mercato, potrebbe assumere una posizione dominante limitando la concorrenza. Nei quartier generali dei due gruppi ostentano sicurezza. Il lavoro di accorpamento è andato avanti spedito anche durante il lockdown e, in una nota di ieri, sia i francesi che gli italo-americani hanno confermato la ferma volontà di firmare il closing dell’operazione entro la fine del primo trimestre 2021, cioè esattamente quanto previsto (dai 12 ai 15 mesi) alla sigla dell’intesa preliminare, il 19 dicembre scorso.

I due team, come hanno verificato nel lavoro preparatorio, pensano di rientrare nei limiti imposti dall’antitrust in tutti i comparti e in tutti i paesi. Per questo hanno deciso di non presentare impegni per rispondere alle preoccupazioni preliminari della Commissione Europea sulle conseguenze della fusione. Così, la Commissione stessa ha annunciato che svolgerà un’indagine approfondita sul settore dei veicoli commerciali che dovrà essere conclusa entro ottobre. I veicoli da lavoro con un peso inferiore alle 3,5 tonnellate è un segmento di mercato dove le due aziende sono ai vertici della classifica delle vendite, spesso con gli stessi modelli prodotti in joint venture.

Mezzi che hanno una consolidata tradizione da molti anni e sui quali le due aziende hanno lavorato insieme apprezzandosi, senza dubbio uno dei cardini del matrimonio. In questo comparto ci sono buoni profitti e molta meno competizione che sulle vetture tanto che recentemente hanno deciso di unire le loro forze nel settore altri due colossi, Ford e Volkswagen. Molti di questi veicoli di Fca e Psa sono prodotti nello stabilimento di commerciali più grande d’Europa che si trova ad Atessa in Val di Sangro. I gruppi Fiat Chrysler e Peugeot Citroen (di cui fa parte anche Opel) hanno affermato che hanno già avuto il via libera da diverse giurisdizioni fra cui quelle di Usa, Cina, Giappone e Russia. Paesi, però, dove la posizione delle due aziende non è forte come in Europa.

«Nel portare avanti le attività dei team di lavoro congiunti Psa-Fca, forniremo alla CE – e alle altre autorità di regolamentazione coinvolte – informazioni dettagliate sui significativi benefici derivanti della fusione proposta per i clienti, l’industria in Europa e ciascun gruppo». A Bruxelles hanno commentato l’avvio dell’indagine: «Fca e Psa con il loro ampio portafoglio di marchi e modelli, hanno una forte posizione commerciale nei furgoni in molti Paesi europei. Valuteremo con attenzione se la transazione proposta comporti ripercussioni negative per la concorrenza in questi mercati e assicuri che si conservi un panorama sanamente competitivo per le persone e le imprese che si basano su questi veicoli per le loro attività. I furgoni sono importanti per le persone, le pmi e le grandi imprese, quando si tratta di consegnare merci o di fornire servizi ai clienti. Il mercato è in crescita ed è sempre più importante in un’economia digitale, in cui i consumatori privati si affidano più che mai ai servizi di consegna».
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